FC Inter, il club più 'comunista' che ci sia
L'accordo con i cinesi è l'ultimo segnale: l'Inter è sempre più "comunista". Usiamo le virgolette, perché ovviamente Massimo Moratti non ha regalato al buon Stramaccioni un Karl Marx da schierare in mezzo al campo. O meglio all'ala sinistra. Niente di tutto ciò.
Ai più attenti, però, non sarà sfuggito il profilo (ben delineato sul sito della CRCC) di Meng Feng Chao, numero uno della Chinese Railways Construction Corporate. Un uomo che ricopre o ricopriva la figura del deputato o del segretario del Partito Comunista Cinese all'interno di diverse compagnie di Pechino e dintorni. Niente di scandaloso, in Cina è la prassi che il Partito si faccia rappresentare da un uomo o da un comitato (in questo caso da quello che è praticamente il proprietario) all'interno delle aziende. E' il capitalismo in salsa di soia. Ed è chiaro che l'amicizia con Feng Chao sia giustificata da motivi economici, più che da affinità ideologiche o culturali. I cinesi costruiscono lo stadio e pompano soldi freschi nelle casse nerazzurre. E allora viva i cinesi e soprattutto viva gli Yuan. Anche se c'è una domanda che nessuno ha il coraggio di farsi: qual è il confine tra etica e business? Chissà che ne pensano quegli intellettuali che chiedevano di boicottare le Olimpiadi di Pechino...
Non entriamo nel merito. Ognuno si sarà fatto un'idea sulla cosa, sebbene un passo del genere potrebbe essere forse eccessivo per chi si è fatto bello con lo smoking bianco sino a poco tempo fa. Pazienza, sono gli affari bellezza. E l'Inter ci guadagna non poco dalla "simpatia" cinese per i colori nerazzurri.
Di certo Massimo Moratti e famiglia non hanno mai fatto mistero delle proprie convinzioni politiche un po' sinistrorse. Hanno pieno diritto di farlo, ci mancherebbe, anche se forse il buon Angelo Moratti non avrebbe apprezzato. Altri tempi. In questo contesto va spiegata l'amicizia con il Subcomandante Marcos e i rivoluzionari dell'Ezln, che hanno anche invitato l'Inter a una gara amichevole (chiedendo espressamente a Zanetti e compagni di portarsi il pallone da casa) da disputarsi a San Siro o nel Chiapas. Sfida poi mai realizzatasi. Al contrario, Moratti è stato prodigo nell'organizzare al Meazza (a porte chiuse) la fantomatica partita contro il Venezuela di Chavez, per espressa volontà dell'ex militare, ora presidentissimo. Un tipo che definire comunista è azzardato, ma non troppo. E che nella visita in Italia ha snobbato buona parte dei nostri vertici politici (non facciamogliene una colpa...) e imprenditoriali, dedicando invece molto tempo al patron nerazzurro.
Insomma, l'Inter per distacco vince il premio di squadra più "comunista" della serie A. Alla faccia dei bauscia (li chiamavano così, in contrapposizione ai casciavit rossoneri) della curva, da sempre pendenti a destra. Come cambiano i tempi, ma d'altronde l'Inter è da sempre l'Internazionale...