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    Inter: Medel, da esubero a titolare

    Inter: Medel, da esubero a titolare

    "Melius abundare quam deficere”, dicevano i latini, e sicuramente lo stesso pensa Roberto Mancini, alle prese con una rosa che può garantirgli soluzioni diverse in ogni reparto. La gara contro il Milan è stata la perfetta sintesi di quanto sopra affermato: fuori Miranda (per infortunio), dentro Medel, a comporre una nuova coppia di difensori centrali insieme a Murillo. Gagliarda, attenta e senza affanni la gara giocata dal numero diciassette, le cui qualità (soprattutto tattiche) sembrerebbero un eccessivo spreco, se relegate in panchina. 
     
    PERCORSO INVERSO - Quasi paradossale il percorso di Gary Medel in nerazzurro: voluto da Walter Mazzarri per rinforzare il centrocampo, l’ex Cardiff è stato spesso chiamato a svolgere un ruolo non suo. Pivot davanti alla difesa, con obbligo di toccare e smistare quanti più palloni possibili. Non il massimo per chi nei piedi non ha la grazia di Pirlo, ma la tempra di Gattuso. Paradossale perché l’Inter e Mazzarri si innamorano calcisticamente del cileno durante il Mondiale brasiliano, dove Medel brilla comandando la retroguardia della propria Nazionale, sia da centrale che da terzo di sinistra o di destra. Ruolo che poi non interpreterà praticamente mai con la maglia nerazzurra sulle spalle, né con Mazzarri né con Mancini. Ostinazione che ha probabilmente origine da più nuclei, ma che di fatto ha contribuito nel tempo a mostrare il lato meno valido di Gary Medel ai tifosi interisti, tanto che in società viene considerata anche l’idea di metterlo sul mercato. 
     
    SUPER COPA AMERICA - Ma nel frattempo c’è di mezzo una Copa America che il Cile gioca tra le mura amiche: Medel stupisce, ancora una volta da difensore, diventa l’idolo incontrastato del popolo cileno ed accompagna la propria Nazionale al trionfo in finale contro l’Argentina. A Milano iniziano a rivedere le proprie posizioni in merito: Medel parte solo a fronte di un’offerta cospicua. Intanto in corso Vittorio Emanuele c’è in atto una vera e propria rivoluzione, che capovolge letteralmente ruoli e gerarchie. I gradi da capitano vengono sfilati dal braccio di Andrea Ranocchia: il difensore italiano passa da intoccabile a panchinaro. Stessa sorte tocca a Juan Jesus, relegato sulla fascia sinistra e non ritenuto sufficientemente affidabile al centro della difesa. La super offerta per Medel non arriva e Mancini - rapito dall’abnegazione del cileno- decide di tenerlo nel proprio gruppo, consapevole della duttilità dell’ex Cardiff. 
     
    LA COLLOCAZIONE DEL FUTURO - Il resto è attualità: la mediana nerazzurra è composta da Guarin, Melo e Kondogbia, sono questi i tre titolari che Roberto Mancini utilizzerà con maggior continuità da qui alla fine dell’anno, e considerando che i nerazzurri non parteciperanno ad alcuna competizione europea, viene facile pensare che gli altri centrocampisti non troveranno moltissimo spazio. Ma allora dove potrebbe giocare Medel? Roberto Mancini studia la soluzione e intanto in allenamento prova sempre con maggior insistenza la difesa a tre. Schieramento che fa storcere il naso alla piazza milanese, ancora scottata dalla rigidità tattica dell’era Mazzarri, che ha prodotto un vero e proprio rigetto verso un sistema di gioco che invece ha riscosso molto successo altrove. Basti pensare agli anni bianconeri con Conte in panchina. Va inoltre considerato che i nerazzurri non possono contare su esterni di valore universale, sia Telles che Santon preferiscono la fase di spinta a quella di contenimento. Nel 3-5-2 il laterale italiano si accomoderebbe in panchina, al suo posto agirebbe Perisic, molto più utile sulla corsia esterna che da trequartista. La mediana, invece, non subirebbe alcuna modifica e in attacco ci sarebbe spazio per la coppia formata da Jovetic ed Icardi, con Ljajic pronto a subentrare. Modifiche non applicabili nell'immediato ma nel corso del tempo, ciò che fa specie è osservare le strane dinamiche del mondo del calcio. L'Inter è pronta a ripartire da un giocatore che soli pochi mesi fa sembrava un esubero e che adesso Roberto Mancini reputa intoccabile. 

    Pasquale Guarro

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