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Inter, la 'maledizione del Pordenone': 9 partite e 60 giorni, dallo scudetto alla B
Tutto è cominciato con 'la maledizione del Pordenone': una partita, quella degli ottavi di finale di Coppa Italia, che doveva essere una passeggiata di salute contro una squadra settima in Serie C; un match che invece si è rivelato l'inizio della fine per la squadra meneghina, che da allora ha perso sicurezza in se stessa. Un boomerang che ha palesato a Spalletti e i suoi le loro debolezze, che fino a quel momento della stagione non avevano mai conosciuto: come un lottatore imbattuto che finisce ko per la prima volta e non riesce più a rialzarsi, così l'Inter, dopo il pareggio per 0-0 in casa contro i Ramarri di Colucci, non è più riuscita a vincere; come se quel pari a reti bianche avesse minato definitivamente le certezze di una squadra che fino a quel momento aveva reso al di sopra delle aspettative, senza mai effettivamente guardarsi allo specchio.
Le motivazioni possono essere molteplici (ad esempio la stanchezza degli interpreti e la mancanza di ricambi adeguati) e non dipendono certamente da una parentesi sfortunata, conclusa comunque con la vittoria, ai rigori: ma certamente la gara contro il Pordenone è stata deleteria sotto l'aspetto morale e psicologico. La domanda che ci poniamo è questa: se Luciano Spalletti fosse dotato della mitica DeLorean di "Ritorno al Futuro" e potesse viaggiare questa volta a ritroso, tornando indietro nel tempo, schiererebbe la stessa squadra, imbottita di riserve e seconde scelte, nella sfida contro i neroverdi friulani? Noi siamo convinti di no: a volte la perdita di sicurezza è peggio della perdita di forza.
@AleDigio89