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    Inter, la grande paura prima della grande festa: la rabbia di Lautaro ribalta l'Empoli e guida il doppio sorpasso di Inzaghi

    Inter, la grande paura prima della grande festa: la rabbia di Lautaro ribalta l'Empoli e guida il doppio sorpasso di Inzaghi

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Prima la grande paura e poi la grande festa, con il doppio sorpasso dell’Inter che ribalta l’Empoli, passando dallo 0-2 al 4-2, e scavalca il Milan. Domenica sera, dopo la trasferta a Verona, sapremo se i rossoneri torneranno in testa alla classifica, ma intanto sappiamo che al comando c’è di nuovo la squadra di Inzaghi. Per la serie “tutto è bene ciò che finisce bene”, per Handanovic e compagni va benissimo così perché non potevano partire peggio. Sotto di due gol dopo meno di mezz’ora, l’Inter rimonta grazie a un’autorete e a una doppietta di Lautaro, prima dell’ultimo gol di Sanchez. A dimostrazione di una partenza molle e superficiale, cui segue però una rabbiosa reazione che non si placa nemmeno dopo il gol del sorpasso, perché proprio quando vanno per la prima volta in vantaggio i nerazzurri dilagano confermando di avere un’eccellente condizione atletica, insieme con la rabbia di chi si sente ancora in piena corsa per lo scudetto. A condizione ovviamente che il Milan si fermi, anche se per un paio di giorni la pressione sarà nella testa degli uomini di Pioli. 



    DOPPIO EMPOLI - Il primo tempo è un attentato alle coronarie dei tifosi dell’Inter, che nella prima mezz’ora temono di dare addio allo scudetto con inatteso anticipo. Colpa dell’Empoli che approfitta dell’approccio sbagliato dei nerazzurri e li colpisce dopo 5’. Smarcato da un bel cross di Zurkowski, che vola indisturbato sulla destra, Pinamonti batte Handanovic con una perfetta conclusione di sinistro ed essendo in prestito dall’Inter, come promesso, non festeggia. E’ il primo brivido, ma non l’unico perché dopo una rete annullata per fuorigioco l’Empoli raddoppia in modo regolarissimo con Asllani, al suo primo gol in serie A, che di destro fa passare il pallone sotto le gambe di Handanovic, dopo aver sfruttato un lancio lungo di Fiamozzi. 

    REAZIONE INTER - Sono passati 28’ e l’Inter sembra kappaò a livello psicologico e tecnico, perché attacca in maniera confusa scoprendosi pericolosamente. Barella, sempre generoso ma altrettanto nervoso, chiede invano un rigore, Perisic si vede poco sulla sinistra e così i due attaccanti, Lautaro e Correa, preferito inizialmente a Dzeko, sono isolati in avanti. Improvvisamente, però, ecco la scintilla che riaccende la fiammella della speranza, gentilmente offerta da Romagnoli, la cui deviazione sul cross di Dimarco spiazza l’incolpevole Vicario. E’ il più classico degli autogol cui segue allo scadere dei primi 45’ il pareggio che sembrava impossibile fino a pochi minuti prima. E stavolta il merito è tutto dei nerazzurri che confezionano la migliore azione fin qui. Barella strappa un pallone con un intervento al limite, poi giudicato regolare dal Var, e lo smista sulla sinistra a Calhanoglu bravo a girarlo al centro per l’accorrente Lautaro che infila di destro al volo il pallone del 2-2. E per poco non arriva anche il 3-2 perché soltanto una grande respinta di Vicario nega il gol a Perisic.

    ASSEDIO INTER - Entrato finalmente in partita, il croato ci riprova all’inizio della ripresa con un tiro cross che sfiora il palo, senza trovare la correzione in rete di Lautaro arrivato con un attimo di ritardo. E’ comunque il segnale che l’Inter ha un’altra marcia rispetto all’avvio della partita. Stulac, Aslan e Bandinelli non riescono più a far ripartire sulle fasce Bajrami e Zurkowski, perché Barella e Calhanoglu spingono più di prima, lasciando a Brozovic il compito di dirigere le operazioni al centro. L’assedio dell’Inter, però, non basta perché al momento del dunque o manca la mira esatta a Barella, oppure le conclusioni di Correa, Lautaro, Calhanoglu e Dumfries non sorprendono il sempre più bravo Vicario.

    SORPASSO LAUTARO - Sembra di assistere alla classica partita in cui la porta avversaria è stregata e invece, a forza di bussare, l’Inter trova il gol del sorpasso a questo punto più che meritato, che vale doppio perché garantisce, almeno fino a domenica sera, il sorpasso anche sul Milan, in testa alla classifica. E’ Lautaro a firmare il gol del 3-2, il diciannovesimo per lui in campionato, girando al volo, da posizione centrale, una respinta di Fiamozzi. Visto che mercoledì c’è il piacevole intermezzo della finale di coppa Italia contro la Juventus, poco dopo aver prenotato i tre punti, Inzaghi effettua un cambio triplo, risparmiando un uomo per reparto: Dimarco, Calhanoglu e Lautaro, rilevati rispettivamente da D’Ambrosio, Vidal e Dzeko. E poco dopo tocca anche a Darmian e Sanchez che sostituiscono Dumfries e Correa. 

    CILIEGINA SANCHEZ - A questo punto sembra che non ci sia più partita, perché l’Inter ha il merito di finire in crescendo, con l’unica colpa di non segnare un altro gol che rispecchierebbe meglio l’enorme differenza di valori emersa dopo la prima sciagurata mezz’ora dei nerazzurri. In pieno recupero, infatti, soltanto il palo respinge il pallone calciato da Dzeko a conclusione di una classica azione in contropiede. Sembra l’ultima occasione gettata via ma non è così, perché Sanchez fa in tempo a scaraventare in rete il gran tiro del 4-2, classica ciliegina sulla torta. Con tanti saluti all’Empoli, ma soprattutto al Milan costretto a rispondere domenica sera a Verona. 

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