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Inter, la giornata delle verità di facciata
"Stanno bene così. Il gruppo Suning è felicissimo di avere come partner Erick Thohir, Erick Thohir non andrà via dal club almeno «finché Suning lo vorrà», e Frank de Boer ha la massima fiducia del club, dal presidente all’ultimo dei dirigenti, perché «nessuno l’ha mai messo in discussione e nessuno ha mai contattato altri allenatori». Capitano anche giornate simili, nell’Inter di questi tempi. Viene presentato il bilancio al 30 giugno 2016 (le perdite passano da -140 a -59,6 milioni con una previsione di -24 per il 2017, il passivo per le norme Uefa è sotto i -30 quindi nei paletti del Ffp) e gli stati generali del club, mentre si nota l’assenza di Massimo Moratti, annunciano che sull’Inter splende un cielo azzurro e niente affatto nero, e chi sostiene che ci siano problemi a livello tecnico è un inventore di false notizie, anzi meglio non leggere i giornali e disdire gli abbonamenti alle pay tv (tocca ascoltare anche questo, poveri noi, nelle chiacchiere a margine dell’incontro). Non c’è alcun problema nel gestire una società di calcio dall’Asia e con due azionisti come Zhang e Thohir, giurano i dirigenti qui riuniti, anche se nessuno parla italiano neppure per sbaglio, nemmeno quelli che lavorano all’Inter ormai da tre anni: «Vogliamo riportare la squadra ad alti livelli internazionali, Thohir è un partner che va benissimo e siamo in stretto contatto», garantisce il signor Yang Yang, lui invece una new entry perché è in quota al gruppo Suning. Nel bilancio, ci si accorge comunque che pure Suning, pur avendo immesso denaro fresco, non è qui per fare beneficenza o per il bene del calcio: ha finanziato l’Inter con 180 milioni, certo, ma è un prestito al tasso del 7,7%, il che di questi tempi è una follia, anche se Thohir ha fatto di meglio, arrivando a prestare soldi all’Inter con un tasso anche del 9,5%. Mica fessi. Poi grandi endorsement per de Boer: «Crediamo in lui», «È il nostro allenatore», dicono i dirigenti cinesi, indonesiani, inglesi e italiani in coro Peccato che gli ultimi giorni, con tre allenatori contattati o sondati che dir si voglia dopo la sconfitta di Bergamo, raccontino una storia diversa. Ma ieri era la giornata delle verità ufficiali e di facciata, accettiamo il gioco delle parti. Quanto al futuro di de Boer, dipende dai risultati: altro che fiducia assoluta, un altro tracollo ed è finita. Ma domani la Samp non sarà un avversario impossibile”