Inter, il sacrificio di Kovacic potrebbe non bastare
Fino alla cessione di Kovacic, con l’acquisto a titolo definitivo di Kondogbia per circa 30 milioni e l’acquisizione di altri calciatori importanti, con la formula dell’acquisizione temporanea, l’Inter aveva dato l’impressione di voler costruire una squadra competitiva per tentare l’assalto alla qualificazione in Champions League, senza tener conto dei vincoli economici e finanziari cui è legata. Tuttavia, le riflessioni sulla campagna trasferimenti di F.C. Internazionale Milano SpA devono necessariamente considerare quanto scritto e stabilito nel “Settlement Agreement” stipulato, in data 8 maggio 2015,con l’organo dell’UEFA “ Club Financial Control Body”. In sintesi l’accordo raggiunto riguarda le stagioni sportive dal 2015/16 al 2018/19. L'obiettivo principale dell'accordo transattivo è stato quello di garantire che il club milanese raggiunga il pareggio di bilancio come stabilito dal Regolamento del Fair Play Finanziario al più tardi nel periodo di monitoraggio 2018/19; che considera il break-even aggregato per i periodi di riferimento 2016, 2017 e 2018. Quindi nel periodo di monitoraggio 2018/19 deve essere evidenziato un “aggregate break-even result” in surplus oppure con un deficit entro la deviazione accettabile a norma dell'articolo 63 del Regolamento del Fair Play Finanziario. F.C. Internazionale Milano SpA dopo aver riconosciuto e ammesso lo “sforamento” per il periodo di monitoraggio 2014/15, si è impegnata ad avere un deficit di bilancio massimo di Euro 30 milioni per il periodo di riferimento che termina nel 2016 e di Euro zero milioni per la chiusura dell'esercizio di riferimento che termina nel 2017. Inoltre, l’aspetto più importante è quello riguardante il fatto che il club nerazzurro ha concordato una riduzione dei costi per il personale in relazione ai ricavi e una limitazione degli ammortamenti per gli acquisti dei calciatori.
Da questi brevi accenni all’accordo con l’UEFA, si può intravedere il condizionamento esercitato sulle strategie di mercato dell’Inter. In primo luogo, la limitazione posta al costo degli ammortamenti per gli acquisti dei calciatori, costringe i dirigenti dell’Inter a far precedere l’acquisizione a titolo definitivo di un calciatore da un contratto, in alcuni casi anche biennale, di acquisizione temporanea del calciatore stesso. In tal modo, in bilancio non saranno evidenziati costi per ammortamenti, ma costi per acquisizione temporanea calciatori. Il ricorso a tale meccanismo, ovviamente, non è riconducibile solamente al dettato dell’accordo transattivo, ma ha anche delle motivazioni finanziarie, che permettono di dilazionare nel tempo il pagamento di un calciatore.
In effetti, già le campagne trasferimenti della stagione sportiva 2014/15, precedenti l’accordo transattivi, evidenziavano un numero rilevante di calciatori acquisiti in prestito. Tra questi calciatori figuravano: Marcelo Brozovic (Dinamo Zagabria); Dodô (AS Roma); Yann M'Vila (Rubin Kazan); Lukas Podolski (Arsenal); Xherdan Shaqiri (FC Bayern); Davide Santon (Newcastle) e Pablo Osvaldo (Southampton). Si aggiunga che Vidic è stato acquisito da svincolato a parametro zero.
La campagna trasferimenti 2015/16 è iniziata con il riscatto di Xherdan Shaqiri dal Bayern, per circa 15 milioni di euro, con l’acquisto di Kondogbia e quello di Murillo; tuttavia, sono stati acquisti importanti calciatori in prestito, tra cui spiccano: Jovetic (Manchester City); Miranda (Atletico Madrid) e Montoya (Barcellona).
Dal punto di vista finanziario, per l’esercizio 2015/16, la cessione di Kovacic al Real Madrid, per circa 35 milioni di euro, ha riequilibrato il piatto della bilancia, che fino ad allora evidenziava un saldo negativo anche a causa dell’acquisizione di numerosi calciatori in prestito. Si aggiunga che il riscatto di Shaqiri dal Bayern è stato prontamente neutralizzato dalla sua cessione allo Stoke City per una cifra lievemente superiore. Altrettanto importante è risultato anche il riscatto di Ricardo Alvarez da parte del Sunderland. Un altro gruzzoletto, da non trascurare, è scaturito dalle cessioni dei seguenti calciatori :Ibrahima Mbaye (Bologna); Ruben Botta (Pachuca); Alfred Duncan (Sampdoria); Joel Obi (Torino) e Zdravko Kuzmanovic (FC Basilea).
Per il problema finanziario derivante dagli impegni presi in relazione ai riscatti obbligatori, si dovrà provvedere necessariamente a riequilibrare il piatto della bilancia anche nel 2016/17. Infatti, in tale stagione sportiva bisognerà procedere al riscatto di Jovetic; Miranda (Atletico Madrid); Dodô (AS Roma) e Marcelo Brozovic (Dinamo Zagabria), per un importo complessivo totale abbondantemente superiore ai 30 milioni di euro.
La cessione di Mateo Kovacic è stata importante oltre che dal punto di vista finanziario, come già detto per il riequilibrio del piatto della bilancia della campagna trasferimenti 2015/16, anche dal punto di vista economico, perché permette di evidenziare una importante plusvalenza nel bilancio che sarà chiuso al 30 giugno 2016, per il quale è stato assunto l’impegno di chiudere con una perdita contenuta di 30 milioni di euro. Per Kovacic Mateo acquistato il 31.01.2013 dalla Dinamo Zagabria risultava, al 30.06.2014, risultava un costo storico di 14.585.212 euro e un valore residuo contabile di 9.906.937 euro. E’ molto probabile che al 30.06.2015 il suo valore residuo contabile sia sceso a 7,4 milioni di euro e se fosse stato ceduto a 35 milioni, la plusvalenza realizzata si aggirerebbe intorno ai 28 milioni di euro.
Non bisogna dimenticare, che a prescindere dal Fair Play Finanziario, il Gruppo F.C. Internazionale Milano SpA ha assoluto bisogno di una gestione operativa che produca flussi finanziari positivi, in quanto deve far fronte al rimborso del debito contratto con Goldman Sachs di 230 milioni di euro, che prevedeva le seguenti scadenze:
- 1 rata da 1 milione di Euro entro il 30 giugno 2015;- 15 rate trimestrali da 3 milioni di Euro ciascuna dal 30.09.2015 al 30.03.2019 per un totale di Euro 45 milioni;
- 1 rata finale per 184 milioni di Euro entro il 30 giugno 2019.
Per quanto riguarda la prescrizione imposta dall’Uefa riguardante il deficit massimo di 30 milioni di Euro nel 2015-16, bisogna considerare il fatturato che si avrà a disposizione. Tale fatturato non potrà contare sui ricavi derivanti dalle competizioni europee, pertanto bisognerà lavorare sul contenimento e la razionalizzazione dei costi, considerando che la struttura dei costi che si dovrà analizzare ha già generato per il 2013-14 una perdita consolidata di102 milioni e, secondo alcune fonti, per il 2014-15 la perdita consolidata dovrebbe aggirarsi intorno ai 90 milioni di euro circa. Questo significa che bisognerà ulteriormente tagliare i costi del personale almeno di una ventina di milioni di euro, considerando che sarà conteggiata la plusvalenza di Kovacic e che il calo degli ammortamenti sarà in parte colmato dai costi per acquisizione temporanea dei calciatori. Pertanto, sarà necessario sfoltire il più possibile l’organico.
In prospettiva, l’impresa del riequilibrio economico dei conti dell’Inter appare difficile, soprattutto se non fosse accompagnata da successi sul piano sportivo, che permettano di realizzare ricaviaggiuntivi. In conclusione, il mercato dell’Inter pur invertendo l’ordine di un “imperativo” che va di moda nel calciomercato attuale, ossia “prima vendere, poi comprare”, si potrebbe sintetizzare nella seguente frase “comprare con scadenze pluriennali a lungo termine, vendere con scadenze il più possibile a breve termine”.