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    L'origine della rivoluzione Pioli: l'Inter non è più Icardi-dipendente

    L'origine della rivoluzione Pioli: l'Inter non è più Icardi-dipendente

    • Pasquale Guarro
    Naturale parlare di svolta Pioli: 7 vittorie consecutive non possono essere frutto del solo caso. E inoltre ci sono tanti fattori che evidenziano la bontà del lavoro svolto dal tecnico emiliano, che all’Inter ha come prima cosa restituito orgoglio e unità d’intenti; mattoni costituenti di una mentalità adesso volta solo ed esclusivamente al raggiungimento del risultato. 

    UNA VAGA SPERANZA - La rivoluzione Pioli ha avuto inizio dalle fondamenta. É partita dalla testa e si è trasferita al campo, dove ha dovuto metter mano sugli ormai atavici problemi. A partire dall’inconscia dipendenza da Mauro Icardi: perché se non segnava lui, le cose iniziavano seriamente a complicarsi. C’erano tempi, neanche troppo lontani, in cui i gol dei centrocampisti apparivano come una vaga e remota speranza da ammirare all’orizzonte. Perisic, Candreva, Banega, Joao Mario: tutti troppo distanti dalla porta. 

    LA SALVEZZA DELL'INTER E D ICARDI - Ma qualcosa è cambiato anche sotto questo punto di vista: Banega, seppur poco impiegato, ha trovato la via del gol, Joao Mario è giunto al quinto assist nelle ultime 5 partite (7 in stagione), Candreva è arrivato a 5 gol e 5 assist e in ultimo, Ivan Perisic, si candida con pieno diritto, a diventare l’uomo risolutore degli ultimi minuti. Detto in parole povere, l’Inter non dipende più da Icardi e il primo a trarne beneficio è proprio il bomber argentino, sollevato da un limbo pericoloso, e adesso sempre più a disposizione dei propri compagni. La rivoluzione Pioli ha saputo toccare il cuore del problema, quel centrocampo sempre meno raccordo tra le diverse zone del campo. Un reparto in cui adesso agisce anche Roberto Gagliardini. A proposito, a quando il suo primo gol in nerazzurro?

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