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    Inter: l'era Moratti, tra gioie e dolori

    Inter: l'era Moratti, tra gioie e dolori

    • Giovanni Battista Terenziani

    Dopo circa 18 anni di presidenza, iniziata il 25 febbraio 1995, Massimo Moratti cede il 70% delle quote della sua Inter alla International Sports Capital, società indirettamente posseduta dal magnate indonesiano Thohir e dai connazionali Roeslani e Soetedjo. Il patron neroazzurro rimane comunque proprietario per il 30% della ‘Beneamata’ della quale potrebbe divenire consigliere.

    Massimo Moratti nasce a Bosco Chiesanuova (Verona) il 16 maggio 1945 in una famiglia facoltosa. Il 25 febbraio 1995 acquista l’Inter, già appartenuta al padre Angelo dal 1955 al 1968 e in quel momento di proprietà di Ernesto Pellegrini. La prima sfida che vive da presidente è Inter-Brescia, terminata 1-0 con rete di Nicola Berti. Da qui inizia un infinita escalation di gioie e dolori. I primi anni non sono di certo facili. Nel 1994/1995 l’Inter di Bianchi si qualifica all’ultima giornata di Serie A per la Coppa Uefa. La stagione successiva sulla panchina neroazzurra si alternano ben 3 allenatori: Bianchi, l’ex giocatore e bandiera del club milanese Suarez e Hodgson. La squadra di Moratti giunge settima in campionato. Nel 1996/1997 i neroazzurri arrivano terzi in Serie A e perdono, solo ai rigori, la finale di Coppa Uefa per mano dello Shalcke 04. Nell’estate seguente Moratti regala alla sua squadra un pezzo da novanta: Ronaldo. Il brasiliano arriva sotto la Modonnina per la cifra record di 48 miliardi di lire più un ulteriore indennizzo. Nella stagione successiva l’Inter di Simoni conquista la Coppa Uefa nella finale contro la Lazio e giunge seconda in campionato (tra molte polemiche legate soprattutto alla spallata di Iuliano a Ronaldo durante Juve-Inter). Nel 1998/1999 Moratti cambia ben 4 tecnici: Simoni, Lucescu, Castellini e Hogdson e acquista R. Baggio. Per la prima volta dà le dimissione da Presidente, ma poi riprende la sua carica. Nella stagione successiva sulla panchina neroazzurra si alternano Lippi e Tardelli. Le 2 annate seguenti l’Inter, targata Cuper, torna a essere protagonista: due terzi posti in campionato e una semifinale di Champions persa ai rigori contro il Milan, ma il 2003/2004, con Zaccheroni in panchina, è ancora ricco di delusioni. A gennaio il patron rassegna nuovamente le dimissioni lasciando la presidenza a Facchetti fino al 2006, quando dopo la scomparsa dell’ex giocatore neroazzurro, Moratti torna a ricoprire la sua vecchia ‘carica’. Nel 2004/2005 l’allenatore romagnolo viene sostituito dall’emergente Mancini. Da qui inizia il periodo di gloria dell’Inter di Massimo Moratti. I neroazzurri conquistano la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana, nel 2005/2006, dopo aver bissato i successi in Supercoppa di Lega e in Coppa Italia, vedono assegnarsi lo scudetto a seguito dello ‘scandalo calciopoli’. Con la guida del tecnico marchigiano l’Inter conquista altri 3 scudetti e un'altra Supercoppa Italiana. Nell’estate del 2008 a Milano sbarca Mourinho. Il portoghese vince subito la Serie A, ma l’annata successiva si supera conducendo una grande Inter a trionfare in campionato, Coppa Italia e Champions League, conquistando così lo storico ‘triplete’. Tra i protagonisti principali di quella squadra oltre alle colonne Julio Cesar, J. Zanetti, Maicon e Cambiasso vi  sono i neo acquisti Thiago Motta, Snejider, Eto’o e Milito. Il 2009/2010 rimane una stagione indimenticabile per i tifosi neroazzurri. L’annata successiva vede l’arrivo di Benitez, che trionfa nel Mondiale per Club, e in seguito di Leonardo che vince la Coppa Italia, l’ultimo trofeo dell’era Moratti. Da qui l’Inter ha visto l’alternarsi di 4 tecnici (Gasperini, Ranieri, Stramaccioni e Mazzarri) in poco più di 2 stagioni fino alla notizia della cessione del 70% delle quote giunta martedì scorso. 

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