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  • Inter, Inzaghi ha trasformato le perplessità in successi. Ma il vero capolavoro l’ha fatto con Acerbi

    Inter, Inzaghi ha trasformato le perplessità in successi. Ma il vero capolavoro l’ha fatto con Acerbi

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Non mi stancherò mai di lodare il lavoro di Simone Inzaghi, primo in serie A con l’Inter e primo nel girone di Champions dove, praticamente, i nerazzurri sono già qualificati. La maggioranza dei commentatori (quorum ego) ha detto e ribadito che l’Inter è la squadra più forte in Italia perché ha l’organico migliore. Tutto vero, però basta tornare indietro di qualche mese, ovvero in estate, per scoprire che avevano destato perplessità non uno, ma addirittura due acquisti: Arnautovic, da tempo infortunato, che era andato a prendere il posto di Lukaku e Sanchez, un cavallo di ritorno che non sembrava molto superiore a Correa. Partito Dzeko, ci si chiedeva chi ne avrebbe fatto le veci, dato che Thuram era o sembrava più un attaccante esterno, senza perciò apparire uno straordinario goleador.

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    Cosa ha fatto Simone? Non ha chiesto altri uomini a Marotta e Ausilio, non si è lamentato di quelli arrivati, ma ha lavorato sugli schemi offensivi, come un bravo artigiano impegnato nell’allestire il suo prodotto. Così Thuram non solo è diventato, da punta esterna, il miglior compagno di Lautaro, ma anche quello che lega centrocampo e attacco. Così in tredici partite tra campionato e coppa ha messo insieme cinque gol e sette assist. Di più: perso Skriniar in difesa, è arrivato Pavard. Ma il vero capolavoro di Inzaghi è stata la conferma di Acerbi, voluto espressamente due anni fa, e in grado di fermare, a 35 anni, Osimhen, Giroud, Lukaku e Haaland. In tempi diversi, ma tutti con lo stesso esito: nessun gol subito.

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