Inter, Inzaghi come Conte senza piani B. Barella e Calhanoglu nel 3-4-1-2, è davvero la soluzione giusta?
E così in questi giorni si è parlato tanto di una possibile svolta tattica anche per l’Inter, il passaggio al 3-4-1-2 che valorizzerebbe appieno Calhanoglu. Ma è poi vero che il turco ha così bisogno di essere riproposto come trequartista, tra l’altro in un sistema diverso da quello in cui giocava nel Milan? Non lo so, non credo. E poi gli altri? Cosa cambierebbe per le due punte? Sono adatte a giocare un po’ più larghe e relativamente meno legate l’una all’altra? Sono adatte a ingaggiare degli uno contro uno partendo da posizioni eventualmente più defilate? Ma anche senza insistere su queste sfumature relative ai movimenti, alle caratteristiche e alle posizioni degli attaccanti, bisogna porsi la questione Barella. Col 3-5-2/3-5-1-1 le due mezzali titolari di Inzaghi hanno prodotto insieme la bellezza di 19 assist, 10 dei quali provengono da Barella. Capite che arretrarlo nei due di centrocampo del 3-4-1-2 significa non solo allontanarlo dalla zona gol, ma anche (e forse soprattutto) dalla zona di rifinitura. In definitiva vorrebbe dire perdere altrettanto potenziale offensivo. Ciò che si presume acquisterebbe il Calha, verrebbe tolto a Barella, e più in generale all’Inter.
IL PROBLEMA COL TORINO - Brozo-dipendenza a parte, l’Inter col Torino ha sofferto tanto (come succede del resto a molti…) la contrapposizione di Juric, i suoi famosi duelli. Ma c’è di più. Infatti ci si può chiedere come mai Barella sia passato dalla prestazione super contro la Salernitana a quella grigia di Torino. Eppure era fresco, no? Il tecnico croato ha studiato una fase difensiva precisa per limitarlo: l’uscita di Pobega su Bastoni si tirava dietro una serie di duelli (vedi immagine sotto), il più interessante dei quali era senz’altro quello fra Buongiorno e Barella. Il braccetto di sinistra della difesa a tre di Juric sulla mezzala destra di Inzaghi. E non importa a che altezza di campo.
Ecco invece qui sotto Barella contro la Salernitana. Dunque, al di là dei singoli interpreti difensivi, contro un sistema e dei principi praticamente antitetici a quelli di Juric. Vedete lo spazio di ricezione tra le linee?
Notate anche Calhanoglu, con quel suo ‘strano’ movimento in diagonale, così libero dai binari della tradizionale ‘mezzala sinistra’.
SIAMO SICURI? - Sicuri che l’Inter sarebbe più offensiva col 3-4-1-2? Sicuri che il turco non svolga già da mezzala funzioni da trequartista o per meglio dire di rifinitura? Avete mai visto Luis Alberto trequartista nella Lazio di Inzaghi? No, perché non ce n’era bisogno. Guardate dunque al momento dell’assist di Barella lo squilibrio ‘a sorpresa’ che ha portato Calhanoglu sul centrodestra col suo movimento.
Nell’azione del secondo gol sono piuttosto strane le posizioni di Barella e Calhanoglu. In realtà c’è coerenza nel ‘disordine’. Si capisce bene come in questo tipo di calcio sia fondamentale occupare certe posizioni strategiche, a prescindere dai ruoli.
Ma vi eravate accorti che Barella in quella partita è entrato in tutti i gol? Non solo coi due assist, ma anche tramite i third pass. Come si può pensare di arretrarlo nei due centrocampisti del 3-4-1-2, quando è così performante e importante per il gioco di Inzaghi da mezzala?
E ora cosa ci fa Barella laggiù a sinistra su questo inserimento di Gosens che precede il gol di Dzeko?
Ciò avviene perché la libertà delle mezzali di Inzaghi è estrema e reciproca. Non è stata forse produttiva questa idea fino all’altro ieri? Non valorizza appieno entrambi, sia Barella che Calhanoglu? In due, ribadisco, fanno 19 assist e 8 gol in questo campionato. Dunque no, non sono le mezzali il problema dell’Inter. È qualcos’altro, qualcosa di più difficile da individuare. Forse non è nemmeno un aspetto tattico.
Una cosa è certa: Barella va lasciato dov’è. Davanti alla difesa o in coppia con Brozovic è chiaramente sprecato, per non dire in difficoltà. Il 3-4-1-2 possiamo escluderlo tranquillamente.