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  • Inter, Inzaghi ce l'ha fatta

    Inter, Inzaghi ce l'ha fatta

    • Pasquale Guarro
    Simone Inzaghi si è trascinato dietro per chilometri un fardello che avrebbe potuto piegargli le spalle. Invece si è temprato, divenendo via via più forte, più maturo. Il peso era quello di uno scudetto perso ai danni del Milan dopo un testa a testa rocambolesco che aveva visto i nerazzurri uscire sconfitti da un derby già vinto e inciampare a Bologna nella famosa partita dell’asterisco, quella che avrebbe dovuto posizionare nuovamente l’Inter davanti al Milan. Andò diversamente e le pagine dei giornali dell’epoca consegnavano a Pioli lauree ad honorem, invitando invece Inzaghi a riconsegnare il patentino di allenatore a Coverciano. Che macchia, quello scudetto... Eppure l’Inter aveva smobilitato tutto in estate, perdendo Hakimi, Lukaku, Eriksen e anche Antonio Conte. La colpa di Inzaghi fu quella di saper voltare immediatamente pagina rendendo l’Inter bella e vincente. Ma la critica non ha memoria o comunque con la memoria ci gioca per avvantaggiarsene, e così il girotondo finale raccontò di un’Inter favorita che riuscì a perdere lo scudetto contro la Cenerentola Milan del mago Pioli. Niente di più falso, ma anche niente di più vendibile. 

    La stessa critica, due anni dopo, con una finale Champions giocata alle spalle, poneva l’Inter di Inzaghi al quinto posto ai nastri di partenza dell’attuale campionato. Ma il tecnico nerazzurro si ripete proponendo un’idea di gioco ancor più totale e quando anche la Juventus crolla, ancora una volta, i nerazzurri divengono per magia i favoriti della critica per la vittoria finale. Tipo singolare questo Simone Inzaghi, elemento capace di smemorizzare e riprogrammare da zero cervelli e pensieri umani. Ma il 2024 è epoca social, fatta di filmati, post, condivisioni. E sui social tutto rimane, soprattutto giudizi e pronostici, quelli che Simone Inzaghi ha distrutto e sovvertito, togliendosi parecchi sassolini dalle scarpe. 

    Interrogato sul tema, Inzaghi ha forse voluto evitare polemiche e quando gli hanno chiesto cosa lo inorgoglisca maggiormente ripensando al suo percorso, ha posto l’attenzione sull’entusiasmo dei tifosi, i quali da sempre gli riconoscono di saper fare giocare la squadra in modo unico. Forse è realmente così, ma forse Inzaghi è sostenuto da un altro motivo d’orgoglio, quello di aver finalmente cancellato dalla memoria di tutti quel maledetto derby di due anni fa e quello scudetto che anche per una serie di errori era finito sull’altra sponda di Milano. Dopo due anni si è magicamente chiuso il cerchio, Milan e Inter si sono scambiate le posizioni, i giornali esonerano l’arrogante e anche un po’ presuntuoso Pioli e celebrano Inzaghi, che per fortuna non aveva riconsegnato il patentino. 

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