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    Inter, il meglio e il peggio del 2012

    Inter, il meglio e il peggio del 2012

    • Cristian Giudici

    IL MEGLIO

    Il coraggio di voltar pagina (voto 9) - Il 2012 è una sorta di anno zero per l'Inter, che ha salutato gli eroi brasiliani del Triplete: Julio Cesar, Lucio, Thiago Motta e Maicon. Quest'ultimo non ha ancora eredi, mentre gli altri tre sono stati sostituiti alla grande con Handanovic, Juan Jesus e Guarin. La strada imboccata è quella giusta, avanti così all'insegna del ringiovanimento della squadra.

    Gli scontri diretti (voto 8) - Tre vittorie su tre derby con il Milan (due 1-0 intervallati dal 4-2) e soprattutto la soddisfazione di aver interrotto l'imbattibilità dei bianconeri, violando lo Juventus Stadium nonostante il gol in fuorigioco di Vidal e la mancata espulsione di Lichtsteiner. Purtroppo dopo questo record di successi esterni, sono arrivate le sconfitte in campionato con Atalanta, Parma e Lazio.

    Stramaccioni (voto 7) - Sta riuscendo a ottenere il massimo dal materiale messogli a disposizione dalla società, districandosi dal frullatore che spesso agita le acque in casa nerazzurra. Tatticamente si adatta sempre bene agli avversari di turno, ora è chiamato a fare il salto di qualità dando identità e gioco alla squadra.

    IL PEGGIO

    Zero 'tituli' (voto 6) - La crisi del settimo anno. Dopo una lunga serie di trionfi, nel 2012 non sono arrivati nuovi titoli nella bacheca nerazzurra. Poco male: non si può sempre vincere, l'importante è rimboccarsi le maniche e remare tutti insieme nella stessa direzione per tornare a festeggiare il più presto possibile.

    Mercato sfumato (voto 5) - La scorsa estate l'Inter non è riuscita a centrare gli obiettivi che si era prefissata: così per diversi motivi (soprattutto di natura economica) Lucas, Lavezzi e Destro hanno preso altre strade. Al loro posto in attacco sono arrivati due elementi di ottima qualità come Palacio e Cassano, che però hanno il 'difetto' di avere già 30 anni.

    Caso Sneijder (voto 4) - Nulla da dire sulla legittima scelta della società di metterlo sul mercato per ragioni tattiche e finanziarie, infatti l'olandese gioca in un ruolo di difficile collocazione e percepisce uno stipendio fuori dai nuovi parametri di bilancio. Tuttavia uscire allo scoperto così pubblicamente sulla questione del contratto non si è rivelata una mossa azzeccata, trasformandosi in pubblicità negativa agli occhi del sindacato mondiale dei calciatori.


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