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Mago Mancini, non sbaglia una mossa
A Udine, è riapparso d'incanto Icardi: due gol da centravanti vero, scaltro e opportunista, dopo la panchina. E' stata la rinascita del capitano, ma è stata - di nuovo e soprattutto - la vittoria di Mancini. Che lasciandolo fuori in partite cruciali ha dimostrato di non guardare in faccia a nessuno, ma che ributtandolo in campo ieri e vedendolo festeggiare una doppietta ha fatto capire che le sue scelte non sono mai casuali, e quasi mai sono sbagliate. Dalla scelta di puntare su Ljajic dopo averlo messo apparentemente da parte, fino alla decisione di rilanciare Icardi, il tecnico è il vero artefice della cavalcata nerazzurra.
Mancini è stato straordinariamente abile a conquistare tanti, tantissimi punti quando la squadra non era al massimo della condizione. Ammettiamolo, ha un po' speculato: ha messo i muscoli per arginare gli avversari, si è anche arroccato in qualcosa di simile a un rude catenaccio d'altri tempi, ma alla fine ha vinto un'infinità di partite con un colpo, uno solo, di un suo talento. Così la squadra ha preso fiducia e, pian piano, ha trovato la forma. E adesso ha cambiato passo, oltre che modo di affrontare le partite: non più d'attesa, ma quasi d'assalto. Squarci di spettacolo, maggiore autorevolezza, tante occasioni da gol, un numero finalmente consistente di reti segnate, una difesa che rimane imperforabile. Un piccolo, enorme gioiello, nato dalla bacchetta magica di Mancini. Perché un allenatore non è mago solo se dà spettacolo, ma anche se riesce a ottenere in ogni partita il massimo dalla sua squadra: a volte i tre punti, a volte i tre punti e il bel gioco.
Napoli e Roma, Juventus e Fiorentina, tocca a voi. Ma sappiate che, comunque vadano le vostre sfide, c'è qualcuno che continuerà a guardarvi dall'alto: è Mancini, quello che prendevano in giro perché la sua Inter giocava male.
Stefano Agresti
@steagresti