Inter, il cuore non basta: Juve da scudetto come il Milan
Xavier Jacobelli
(direttore quotidiano.net)
Il cuore non basta alla migliore Inter della stagione per lasciare la zona B
ed evitare la sconfitta interna contro la Juve, sempre più da scudetto. Come
il Milan, che ora la tallona in classifica con due punti in meno, dopo
essere passato anche all'Olimpico, dove ha sconfitto la Roma, al secondo ko
consecutivo perchè Luis Henrique è letteralmente senza difesa (11 gol subiti
in 9 partite).
Brucia molte emozioni il supersabato di fine ottobre. Il colpo della Juve
vale doppio: dopo il Milan a Torino, i bianconeri stendono l'Inter a San
colpito alla prima occasione propizia, Maicon ha riequilibrato il conto,
Marchisio l'ha chiuso. La Juve ha impressionato nel primo tempo ed è stata
capace di soffrire nella ripresa, quando l'orgoglio ha spinto i campioni del
mondo ad un pressing generoso quanto inconcludente.
Ancora tatticamente indisponente Zarate, che non perde l'abitudine di
giocare per se stesso, Ranieri ha giocato la carta Castaignos, classe 1992,
troppo timido per pungere la difesa rivale. Rispetto al sofferto pareggio di
Bergamo, l'Inter ha fatto un passo avanti sotto l'aspetto della condizione
Obi hanno stentato a contenere le iniziative bianconere, come documenta
l'azione del gol di Vucinic.
Rizzoli ha negato un rigore evidente alla Juve, per il fallo di Castellazzi
su Marchisio. L'arbitro è stato penalizzato dalla serata negativa degli
assistenti, ma, fortunatamente, l'errore del direttore di gara non è stato
decisivo ai fini del risultato finale. La Juve ha meritato la vittoria,
l'Inter ha retto i suoi attacchi con le unghie e con i denti, ma la sua
preoccupante situazione di classifica conferma che, almeno in Italia, questa
cinque anni ha vinto tutto e ora arranca sotto il peso degli errori di
mercato, dei 4 allenatori arrivati dopo Mourinho, di uno svecchiamento
dell'organico che doveva scattare due anni fa, degli 11 punti di distacco
dalla Juve.
Il Milan, intanto, è tornato un rullo compressore (10 gol nelle ultime 3
partite, 19 gol in 9 gare, miglior attacco del torneo): all'Olimpico, ha
letteralmente usato la testa, una volta con Nesta e due con Ibrahimovic,
resistendo al generoso ritorno di una Roma che tornerà grande, ma ha una
titolo. A fare la differenza sarà ancora Ibra. Vien da sorridere se si
ripensa alle incredibili concioni socio-psico-nichilistiche che, a metà
ottobre, ci hanno tediato circa la presunta depressione dello svedese il
quale, in realtà, ha sempre la stessa fame di gol.
Allegri, inopinatamente nervoso al punto da essere espulso, nel prossimo
turno potrebbe confidare nel Napoli che riceverà la Juve. Ma il condizionale
s'impone: sia perchè, come già a Verona con il Chievo, i partenopei sono
perchè la sfida a Monaco di Baviera con il Bayern sarà durissima; sia,
soprattutto, perchè il nervosismo di Mazzarri sta diventando un problema per
il Napoli.
Se Santana si fa espellere per doppia ammonizione e lascia la squadra in
dieci nella ripresa, la colpa nnon è dell'arbitro, ma di Santana. Se il
Catania gioca meglio del Napoli, il merito è del Catania e il demerito è del
Napoli che rimane una grande squadra, ma non ha bisogno dei piagnistei del
suo allenatore. Sotto la guida di Montella, i siciliani sono piombati in
avrebbe meritato anche i complimenti di Mazzarri che, invece, a fine partita
non gli ha nemmeno stretto la mano. Un'imperdonabile caduta di stile. Bayern
e Juve ci diranno molte cose sull'autentico valore del Napoli che può ancora
battersi per il titolo. E, soprattutto, le diranno anche a De Laurentiis il
quale non ha dimenticato che in estate Mazzarri se ne voleva andare.