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Inter, Icardi spacca anche San Siro: offese e applausi, il caso prosegue
GESTIONE SPALLETTI - È chiaro che il caso Icardi a Milano è tutt’altro che chiuso. E non lo è neanche per Spalletti, che svia e non risponde alle domande sull’attaccante. Il tecnico toscano ha già in mente ciò che accadrà nel prossimo futuro: al rientro di Lautaro Martinez (dovrebbe farcela per Frosinone) l’argentino - salvo miracoli - tornerà a sedere in panchina, col “Toro” pronto a riprendersi quella maglia da titolare che si era guadagnato durante i giorni d’assenza del numero 9. D’altronde lo stesso Spalletti lo aveva anche lasciato intuire a Genova: “Non abbiamo la totalità dell’uomo ma almeno abbiamo un attaccante in più”, segno evidente di come i problemi con Icardi non siano tutti risolti, nonostante il rosarino in campo si prodighi in gesti palesi con applausi verso i propri compagni per qualsiasi tentativo di passaggio a lui indirizzato.
TREGUA PARZIALE - Fischi e applausi, ambiente spaccato in due, ad Appiano come al Meazza. La sensazione è che il caso Icardi si trascinerà fino al termine della stagione, quando Marotta dovrà prendere una decisione definitiva, anche se in corso Vittorio Emanuele c’è la percezione che neanche questa volta arriveranno offerte congrue per l’attaccante argentino e a quel punto la situazione potrebbe diventare davvero ingestibile. La Curva non ha alcuna intenzione di tendergli la mano, il resto dei tifosi, invece, mira a una convivenza a tempo determinato: “arriviamo a fine stagione per il bene dell’Inter e poi tiriamo le somme”. Una tregua firmata da tutti tranne che dalla Nord. Presto San Siro potrebbe essere abbattuto in favore di un nuovo impianto, non faranno fatica, troveranno uno stadio già spaccato in due.