Inter via Getty Images
Inter, ecco perché Icardi preoccupa
QUALCOSA IN PIU' - É Icardi che lavora poco per la squadra o è la squadra che serve male Icardi? Ormai questo tormentone è quasi ai livelli del famoso “É meglio un uovo oggi o una gallina domani”. Alla fine, come sempre, sono i fatti che contano e badando alla concretezza si può affermare che senza dubbio il segnale è disturbato: tra centrocampo e attacco c’è qualche interferenza, perché a dirla tutta, lì davanti, Icardi non è il solo a vedere poco la porta. D’altro canto l’argentino è il terminale offensivo, il cosiddetto bomber, ed è ragionevole aspettarsi qualcosa in più rispetto agli altri.
FLOP CONTRO LA PRIMAVERA - Qualcosa in più che però tarda ad arrivare, col rischio che la testa dell’ex Sampdoria si appesantisca oltremodo, perdendo quella leggerezza indispensabile a chi sotto porta deve - per lavoro - mantenere il sangue freddo nelle vene. La partita amichevole che ieri l’Inter ha disputato ad Appiano Gentile contro la Primavera di Stefano Vecchi ha mostrato ancora una volta tutte le difficoltà che l’ex Sampdoria ha incontrato fino a questo momento. Il numero nove nerazzurro ha sbagliato tre limpide occasioni da rete, a dimostrazione che lo smalto e la brillantezza non sono quelli dei tempi migliori.
ARMA A DOPPIO TAGLIO - Solo Roberto Mancini può conoscere la cura migliore per il proprio centravanti: riposo in panca o perseveranza in campo? Senza dubbio la testa del capitano inizia ad essere affollata da qualche pensiero di troppo e mai come adesso sembra più lui ad aver bisogno del resto della squadra che viceversa. Domenica al Meazza arriva il Frosinone che non naviga in buone acque e con la terza difesa più battuta del torneo. Chiaro che la casella 'gol subiti’ dei ciociari provochi l’acquolina sia a Mauro Icardi che a Roberto Mancini, consapevole però che gare come queste possono rappresentare un’arma a doppio taglio: l’inizio della rinascità o la discesa verso le cantine più buie, dove risalire non è mai semplice.