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Inter: Icardi è prevedibile, involuto e impacciato. Solo Lautaro può aiutarlo
Devo ammettere che tutta l’azione dell’Inter ha rappresentato una ripartenza esemplare e nasce da un raddoppio di Perisic e Brozovic su Kucka che perde palla a centrocampo. Poi si dipana per via verticale con la percussione di Nainggolan e si chiude con Lautaro che, nell’uno contro uno, si guadagno mezzo metro di campo vitale per essere letale.
Grande gol del singolo e ottimo secondo tempo della squadra. Se il Parma ha colpito una traversa con Gervinho (21’), l’Inter si è vista prima annullare il gol del vantaggio (53’: D’Ambrosio, da angolo, non tocca di testa ma di braccio) e poi respingere dal palo il possibile raddoppio di Brozovic (84’). Pochi secondi prima un salvataggio di Gagliolo su Vecino aveva confermato che l’Inter ormai giocava senza assilli e che Lautaro era diventato determinante: l’assist all’uruguaiano è arrivato ancora da lui.
Non posso sapere se Spalletti modificherà le sue convinzioni, ma con il 4-4-2 si può certamente riprovare a far coesistere sia Icardi che Lautaro. E pazienza se il secondo è più in forma del primo e potrebbe oscurarlo. Il bene dell’Inter è supremo, non si vince con un uomo solo, grazie al 4-4-2 la squadra è anche più compatta. Il rientro di Keita Balde, tra l’altro, offrirà un’alternativa in più.
L’Inter ha meritato il successo non solo perché ha avuto più occasioni, ma perché nel secondo tempo ha prodotto un’intensità significativa che ha tolto al Parma iniziativa e sicurezza. Gli uomini di D’Aversa avevano cominciato la partita pressando quasi a tutto campo. E l’Inter faticava non solo nella costruzione, ma anche nei disimpegni apparentemente facili. Non sorprende, dunque, che, oltre alla traversa di Gervinho, il Parma abbia avvicinato la porta subito con Kucka (testa da angolo) e, più tardi, con Inglese.
Il 4-3-3 di D’Aversa, pur avendo una modalità conosciuta (attesa e ripartenza), questa volta aveva il connotato del comando. Infatti è stata l’Inter, seppur occasionalmente, ad agire di contropiede con Perisic arginato in uscita da Sepe.
Il Parma è tornato ad essere riconoscibile nella ripresa, quando l’Inter è partita a razzo e Nainggolan, dopo due minuti, ha costretto Sepe ad un’intervento risolutivo nell’uno contro uno. Da quel momento c’è stata solo una squadra in campo e sinceramente l’Inter avrebbe meritato di segnare ben prima del 79’.
Dubito, però, che ci sarebbe riuscita senza Lautaro, cioé una punta di complemento. Icardi, oltre che prevedibile e perfino impacciato, si è involuto e la ricerca del gol a tutti i costi gli sta complicando anche le giocate più semplici. Però la solitudine della prima punta non la aiuta, ecco perchè penso che Lautaro potrebbe aiutarlo.
Risultato a parte, l’Inter sta migliorando nella condizione generale: fisicamente ha giocatori le cui gambe sono tornate a girare, le giocate - soprattutto dopo il vantaggio - sono venute naturali, la consapevolezza di essere ancora un gruppo competitivo è stata recuperata.
Certo la strada è lunga e non dovrà venire meno la continuità anche perché questa settimana ricomincia l’Europa League, un obiettivo non certo minore.
Vincerla è più difficile che arrivare terzi in campionato, però almeno va onorata facendo più strada possibile. Spalletti, tra l’altro, lo sa: se vuole la conferma (difficile, difficilissima, quasi impossibile) deve alzare un trofeo. E quello europeo, svanita la Coppa Italia, è l’unico rimasto.
IL TABELLINO
Parma-Inter 0-1 (primo tempo 0-0)
Marcatori: 34’ s.t. Martinez (I)
Assist: 34’ s.t. Nainggolan (I)
Parma (4-3-3): Sepe; Gagliolo, Bastoni, Alves, Iacoponi; Kucka (35’ s.t. Sprocati), Scozzarella (31’ s.t Stulac), Barillà; Gervinho, Inglese, Siligardi (12’ s.t. Biabiany). All. D’Aversa
Inter (4-2-3-1): Handanovic, Asamoah, Skriniar, De Vrij, D’Ambrosio; Vecino, Brozovic; Joao Mario (31 s.t. Martinez), Nainggolan (43’ s.t. Gagliardini), Perisic; Icardi (45’ s.t. Cedric). All. Spalletti
Arbitro: Irrati di Pistoia
Ammoniti: 36’ p.t. Vecino (I), 15’ s.t. Gagliolo (P), 40’ s.t. Nainggolan (I), 44’ s.t. Biabiany (P)