ChinaFotoPress via Getty Images
Inter, i voti di CM: sorpresa Biabiany. Mancini in confusione
Nagatomo 5: É la sorpresa di giornata. Negativa, molto negativa. A circa sette mesi dalla scadenza del suo contratto e senza lo straccio di una proposta di rinnovo, non ci si spiega cosa ci faccia titolare contro il Palermo.
Miranda 6,5: Il migliore della retroguardia, gestisce con calma ed esperienza tutte le situazioni.
Murillo 5: “L’irruenza è il suo peggior nemico. Lascia l’Inter in dieci nel momento di maggiore spinta. Deve assolutamente darsi una calmata
Telles 6: Dimostra ancora una volta di avere un piedino niente male, ma si vede poco in fase propositiva e di fatti non crossa quasi mai verso il centro.
Kondogbia 5,5: Il giallo del primo tempo lo limita tantissimo e il mancato rosso influisce ancor di più sulla sua già particolarissima condizione psicologica. (Dal 55’Biabiany 6,5: Di gran lunga il più pericoloso dei suoi. Il suo ingresso cambia la partita, serve l’assist del momentaneo pareggio a Perisic"
Medel 6: Nel primo tempo viene spesso risucchiato dai centrocampisti rosanero. Rialza la testa nella ripresa e ripropone il solito piglio.
Guarin 5: Impreciso, arrogante, svogliato: Guarin. Nel secondo tempo si accende e produce un’azione delle sue, peccato che dopo settanta metri di corsa provi la soluzione personale. Jovetic aspetta ancora il pallone
Jovetic 6: Nel primo tempo è il migliore dei suoi, ma col passare del tempo il suo rendimento cala e fatica ad innescare i propri compagni. (Dall’85’Ranocchia sv)
Perisic 6: Il gol gli vale la sufficienza, ma la sua gara è priva di acuti. Si sacrifica moltissimo, ma l’Inter da lui si aspetta tanta pericolosità in attacco.
Icardi 5: Non la vede quasi mai. La squadra lo serve male, ma lui si dimostra il solito attaccante statico d’aria di rigore. Quando segna va bene, ma dopo nove giornate di campionato ha timbrato il cartellino appena due volte. (Dal 77’ Ljajic sv)
Mancini 4,5: Il peggiore. L’Inter gioca meglio in dieci, quando saltano tutti gli schemi. La squadra fatica a costruire trame offensive, ma si permette il lusso di lasciare in panchina gente che sa trattare il pallone: Ljajic e Gnoukouri su tutti.