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    Inter, i dubbi sul Decreto Crescita cambiano l'affare Taremi?

    Inter, i dubbi sul Decreto Crescita cambiano l'affare Taremi?

    • Emanuele Tramacere
    Taremi si o Taremi no? L'Inter da ormai qualche settimana sta ragionando di giorno in giorno sull'opportunità di affondare il colpo a gennaio su un attaccante da aggiungere in organico e da affiancare a Lautaro Martinez e Marcus Thuram. Marko Arnautovic e Alexis Sanchez hanno dimostrato di non garantire continuità fisica e di rendimento e per questo, per la lotta scudetto verso la seconda stella, potrebbe davvero servire un regalo offensivo per Simone Inzaghi. L'idea dell'attaccante iraniano del Porto nasce però da una premessa che tuttavia, già da ieri, sta incredibilmente traballando: sfruttare i vantaggi del Decreto Crescita.


    L'INGAGGIO - Va ricordato che Taremi è in scadenza di contratto al 30 giugno 2024
    e, di conseguenza, un'acquisto a gennaio comporterebbe per il club nerazzurro un minore esborso dal punto di vista del cartellino e, probabilmente, una richiesta leggermente più alta da parte del giocatore sull'ingaggio rispetto, ad esempio, a quanto fatto in estate quando fu a un passo dal Milan. All'epoca la trattativa con i rossoneri si fermò sulle commissioni a margine di un ingaggio da 1,5 milioni di euro netti.

    COSA CAMBIA CON O SENZA DECRETO? -
    Partiamo da quella cifra, anche se probabilmente sarà da rivedere leggermente al rialzo. Con il Decreto Crescita nella sua versione attuale Taremi al lordo costerebbe annualmente all'Inter poco più di 1,9 milioni di euro lordi, di fatto soltanto più di Bisseck, Audero, Asllani e Di Gennaro. Senza il Decreto Crescita come lo ha pensato il Governo Meloni con la finanziaria l'impatto al lordo del centravanti iraniano sarebbe di circa 3 milioni di euro andando a pesare difatto quanto Acerbi, Dimarco e arrivando a toccare l'impatto di Dumfries per cui il club sta sfruttando i vantaggi fiscali.

    E LA DURATA? - C'è però un passaggio ulteriore che è oggi sul tavolo di discussione fra club e governo e che dovrà inevitabilmente essere chiarito entro la trasformazione in legge della Finanziaria 2024 e sono i parametri che vanno a comporre i vantaggi fiscali per il cosiddetto "rientro dei cervelli". Nella nuova versione varata in Finanziaria ci sono due modifiche sostanziali: la prima è l'abbassamento dal 70% (90% per il sud) al 50% dello sconto Irpef; l'altra rigurada invece i parametri temporali che passano da 2+2 (almeno due anni all'estero e almeno 2 anni di permanenza in Italia) a 3+5 (3 fuori, 5 di permanenza). Cosa vuol dire? Che se questi parametri dovessero essere confermati la durata minima dei contratti per usufruire di eventuali vantaggi non potrà essere inferiore a 5 anni (non ipotizzabile per giocatori ultra trentenni come ad esempio Taremi) e che il lordo considerando 1,5 milioni di ingaggi non si fermerebbe a 1,9, ma salirebbe a 2,25 milioni. E se le riflessioni in casa Inter per Taremi erano già ampie e legate al campo, con o senza il Decreto Crescita saranno ampliate, inevitabilmente, anche a livello economico.

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