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    Inter, Gosens fa ancora fatica. Perché va male il suo inserimento e cosa può fare Inzaghi per riaverlo al top

    Inter, Gosens fa ancora fatica. Perché va male il suo inserimento e cosa può fare Inzaghi per riaverlo al top

    • Simone Gervasio
    Il primo colpo di quest’estate interista in realtà è arrivato già a gennaio. A inizio anno, Marotta ha approfittato della voglia di Gosens di testarsi in una big e l’ha portato a Milano. Poche gare, un rientro lento dall’infortunio e l’appuntamento alla prossima stagione, la prima vera del tedesco all’Inter. Proprio sapendo di poter contare su di lui, i nerazzurri hanno vissuto un po’ più a cuor leggero l’addio di Perisic, il migliore della passata stagione, in direzione Tottenham. Le prime partite stanno però dimostrando quanto l’ex Atalanta sia ancora ben lontano dalla forma migliore, com’è ovvio che sia, e di come il suo ingresso nel mondo Inter sia ancora un po’ affannoso. Nella gara con il Monaco, il tedesco è stato il primo a uscire dal campo all’intervallo per un problemino fisico. Inzaghi non ha voluto rischiare ma il tedesco ha fornito un'altra prestazione in cui è parso ancora legnoso e fuori contesto. Su di lui è ancora affisso il cartello “Lavori in corso”.

    CAMBIAMENTI - Eppure Robin per tutta l’estate non ha fatto che ribadire la sua volontà di ritornare a calcare i campi. Un grande atleta come lui ha bisogno di essere costantemente impegnato, di essere sfidato e sfidarsi ogni giorno. Poche vacanze, il matrimonio e la partecipazione a un programma televisivo in Germania: grosso modo è stata questa l’estate di Gosens. Una lunga attesa per tornare ad arare la fascia di sinistra, ora che il contender per quel ruolo è andato in Premier. Al netto di tutte le normali considerazioni sul ritardo di condizione dell’esterno, c’è da riflettere in casa Inter. I 25 milioni spesi per il neo numero 8 impongono alla guida tecnica di rivitalizzarlo e riportarlo ai fasti di Bergamo. Inzaghi dovrà pensare a cambiare qualche sfumatura del suo gioco. Utilizzare tagli e portare gli esterni dentro al campo per affiancarli alle punte. Più incursori che laterali: potrebbe essere questa la strada da seguire per rendere ancora più immarcabile l’attacco interista, il migliore già nello scorso campionato.

    CONFRONTO - Gosens e Perisic sono due giocatori diversi, hanno abitudini diverse e necessità di essere imbeccati in modalità opposte. Due motorini sulla fascia, si rendono pericolosi in attacco a modo loro. Il croato sfrutta la sua abilità con entrambi i piedi andando a puntare costantemente il terzino avversario e arrivando spesso sul fondo. Dribbling, tiri e cross che gli interisti si sono goduti per tutto l’anno, una produzione in grandi numeri di un esterno “creatore”. Gosens invece è più un “finalizzatore”. Con i suoi ormai proverbiali tagli sul secondo palo, e, sfruttando invece le sue doti fisiche, il tedesco sa sempre farsi trovare in zona gol per contribuire alle marcature della propria squadra. Meno dotato tecnicamente, Robin fa un po’ scopa con l’altro esterno interista Dumfries. Entrambi più fisici che tecnici, più goleador che assistman: l’Inter potrebbe patire la mancanza di un creatore di gioco ed è forse anche per questo motivo che Inzaghi sta pensando al trequartista. Un uomo in mezzo alle linee potrebbe essere quello che imbecca i due stantuffi sulla fascia senza che debbano creare loro, palla al piede. I nerazzurri hanno fatto la bocca buona dopo Hakimi e Perisic, abili a rifinire e chiudere le azioni, ora devono lavorare per sfruttare al meglio una fisicità imponente che potrebbe essere un incubo per i terzini avversari. Servirà saperla imbeccare alla perfezione.
     

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