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    Inter alla scoperta di Lautaro Martinez: 'Scartato dal Boca, non sente pressioni'

    Inter alla scoperta di Lautaro Martinez: 'Scartato dal Boca, non sente pressioni'

    La formula Icardi: segnare 4 gol toccando 14 palloni in 68 minuti. Una dozzina su azione manovrata: 6 tiri verso la porta, 5 passaggi e un pallone recuperato; gli altri due tocchi, a palla ferma, sono stati il destro su rigore per il 2-0 e il il calcio d'inizio del secondo tempo. L'essenzialità fatta centravanti, dopo 10 settimane di digiuno (ultimo gol a Firenze, 5 gennaio). Dopo Pasqua, come scrive la Gazzetta dello Sport, inizieranno i colloqui per il rinnovo di contratto: si parla di un accordo fino al 2023 a 7 milioni di euro a stagione. Chissà che l'avvicinarsi del Mondiale, e l'essere uscito nel frattempo dalle convocazioni di Sampaoli che lo ha ignorato per l'amichevole con l'Italia, non abbiano motivato il risveglio. 

    In Nazionale al suo posto è stato chiamato Lautaro Martinez, il giovane già prenotato dall'Inter per la prossima stagione. Su La Repubblica in edicola oggi c'è un'interessante inchiesta sul talento argentino del Racing Club di Avellaneda. 
    "Boca e San Lorenzo lo avevano scartato, il loro rifiuto lo aveva segnato. Quando gli proposi di venire da noi disse che prima avrebbe preso il diploma. Una risposta intelligente, per quell'età". Fabio Radaelli, compagno di Zanetti nel Banfield, è l'osservatore che lo pescò sul campo del Liniers una sera del 2013, con la sub 17. "In Argentina si crede che i talenti o si trovano a 13 anni o è troppo tardi, ma non sempre è così. Sono bastati pochi minuti per capire che lui era diverso, calciava di destro e sinistro, saltava l'uomo o lo buttava giù col fisico". 
    Cresciuto seguendo il suo vecchio sui campi della B argentina, il ragazzino del '97 vuole giocare a pallone come il papà Mario, detto Pelusa, celebre mancino del futbol bahiense: a 10 anni ha una potenza di tiro fuori dal comune e sul campo grande i suoi corner arrivano fino al secondo palo. 

    "Serio, zitto, metodico. Si allenava con i più grandi nel tempo libero. Quando sua mamma mi disse che voleva mangiare solo pasta in bianco prima delle partite, per stare leggero, capii che forse non scherzava". Ad Alberto 'Pichu' Desideri, uomo storico del Liniers, trema la voce al solo pensiero di vederlo in Russia con Leo Messi: "Quelle partite secche dei Mondiali, difficili da sbloccare, sarebbero ideali per Lautaro. Vede sempre la porta". È lui che in un freddo pomeriggio del maggio 2013 lo butta nella mischia in prima squadra, 15 anni e la testa spelacchiata come un avvoltoio: "Un rituale, il battesimo per chi debutta, ci siamo passati tutti" ride Hernan Rosell, ex compagno di squadra e per alcuni mesi suo allenatore. "Perdevamo 2-0 con il Comercial. Ci mise due minuti a fare quello che faceva nelle giovanili, segnare e far segnare. Buttò dentro di destro la prima palla che toccò, con la seconda fece l'assist per il 2-2. Un caso atipico, perché arriva relativamente tardi a Buenos Aires. In un anno e mezzo passa dal timido di provincia a valere 20 milioni di euro, senza fare una piega". È la cifra con cui l’Inter è certa di averlo bloccato per la prossima estate. 

    "Ogni volta che Sampaoli è in tribuna segna 2 o 3 gol. Non sente la pressione, anzi si esalta". Nel 2014 Manuel Fernandez, oggi a capo delle riserve del Defensa y Justicia, lo riceve nel vivaio dell'Academia, 53 gol in 64 presenze: "Risolveva le partite da solo. È un 9 che retrocede e chiede palla per svariare da un vertice all'altro dell'area. Sapevamo di avere tra le mani un gioiello, non immaginavo un’evoluzione di questo tipo". 

    Il 31 ottobre 2015 Lautaro Martinez esordisce in A con il Racing, sostituendo Diego Milito.
    Il tempo passato nella pensione di Avellaneda lo ha forgiato. "Soffriva la lontananza dai fratelli Alan y Jano. Aveva nostalgia e voleva tornare a casa". Con l'aiuto della psicologa Cecilia Contarino, Fabio Radaelli lo segue come un padre durante lo svezzamento: "Era uno dei più intelligenti, un riferimento per i compagni dentro e fuori dal campo. È anche una questione di educazione, i suoi l'hanno tirato su così. La famiglia è la sua forza". 

    L'esperienza albiceleste comincia nel luglio 2016, con la convocazione nella Under 20 di Julio Olarticoechea, campione del mondo '86: "Mi colpì il suo carattere, forte e impulsivo, a volte troppo. Gli dissi di starci attento, perché in un futbol malizioso come il nostro se gli avversari ti vedono nervoso cominciano a provocare. Ora sa gestirsi. Se i difensori capiscono che anche loro rischiano di farsi male, cominciano a rispettarti". 

    Lo scorso 4 febbraio Lautaro segna 3 dei 4 gol con cui il Racing affonda l'Huracan, come venti giorni dopo in Libertadores a i brasiliani del Cruzeiro: e la tv pizzica il ct Sampaoli che se la ride in tribuna, mentre il Cilindro di Avellaneda invoca "per Lautaro, la Seleccion". 
     

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