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    Inter, Godin: 'Noi calciatori esposti fino all'ultimo al coronavirus. Su Rugani positivo e la ripresa...'

    Inter, Godin: 'Noi calciatori esposti fino all'ultimo al coronavirus. Su Rugani positivo e la ripresa...'

    Diego Godin, ora a Montevideo dalla sua famiglia, è stato raggiunto da ESPN per un’intervista sul momento che sta vivendo l’Italia con l’emergenza coronavirus: “Noi calciatori siamo stati esposti fino all’ultimo momento, hanno continuato a tirare la corda per vedere se potevamo continuare a giocare, fino a quando la situazione era diventata insostenibile. Il sistema sanitario è crollato, non ci sono letti in terapia intensiva per occuparsi di così tante persone in condizioni critiche. Se hanno un’altra malattia, non possono seguirli. Non ci sono abbastanza posti o dottori. Lo sforzo che fanno i medici e le persone nel servizio sanitario è impressionante, tutto ciò che può essere pagato a queste persone non è all’altezza, oggi sono davvero eroi: c’è solo da vedere le immagini di ciò che fanno, è davvero commovente”.

    RUGANI POSITIVO - “Abbiamo continuato a giocare per diverse settimane, abbiamo continuato gli allenamenti e giocato a porte chiuse, fino a quando è stato rilevato il positivo Rugani: a quel punto noi e i giocatori della Juventus siamo stati messi in quarantena. Lì il campionato si è fermato. Sicuramente in quella partita c’erano altri giocatori che sarebbero già stati infettati, quindi hanno messo direttamente in quarantena”.

    CORONAVIRUS - “Qui all’inizio il virus non ha avuto tanta importanza, si pensava che fosse un problema cinese e che non avrebbe raggiunto altri paesi. Hanno preso le misure a poco a poco, piuttosto lentamente: ci hanno avvertito, ma a livello governativo non sono state prese misure drastiche per prevenire ciò che sarebbe potuto accadere”.

    ALLENAMENTI - “Sono stati difficili. Lo staff e l’allenatore ti chiamano e ti danno lavoro di forza e aerobico: è difficile per chi vive in appartamento, a Milano tanti ci vivono. Io ho un appartamento con un giardino: mi hanno dato una cyclette e una fitball per lavorare. Io nel poco spazio che ho andavo avanti e indietro e Vecino mi ha detto “sei matto!”. Se l’allenatore di dà da fare 100 metri di corsa, come fai senza spazio? Per allenarsi a calcio, bisogna avere un campo: servono almeno 100 metri. Per mantenere la resistenza è fondamentale, ma in un appartamento non puoi farlo. Noi facciamo quello che possiamo con voglia, è difficile allenarsi in spazi piccoli: facciamo come possiamo. E’ difficile stare tutti i giorni a casa e ripetere gli stessi esercizi in poco spazio: c’è anche il cibo, ma devi mantenere una linea. Non sappiamo se e quando si tornerà a giocare: torneremo ad allenarci, ma è difficile prevedere quando gli stadi potranno contenere ancora 70mila persone. E’ come se fosse una mini-stagione per le squadre: siamo a casa da un mese senza toccare una palla. E’ come se fosse una vacanza e come se fossimo a giugno-luglio. Se torniamo a giocare, dovremo farlo intensamente e ogni due-tre giorni: ma con altri 20-25 giorni non so cosa può succedere”.

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