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Frattesi: 'Ho iniziato in porta, la prima da pro contro Bastoni. Io faticatore ed incursore. Il mio difetto...'
GLI INIZI - "Avevo 4 anni e mezzo, è stata mia mamma a portarmi a giocare perché ero troppo scalmanato (ride, ndr). Ha chiesto alla pediatra se ci fosse uno sport che potesse aiutarmi a tranquillizzarmi. Nei primi tempi piangevo perché mi ricordo che mi stancavo, ma per lei funzionava. Alla fine è diventata la mia passione. Se non fossi diventato calciatore? Avrei fatto il tennista, probabilmente. Ma mi sarebbe piaciuto fare l'avvocato".
PRIMO STADIO - "Il Curi (Perugia, ndr), facemmo un torneo quando eravamo veramente piccoli. All'epoca eravamo tutti super felici. La prima da Pro In Coppa Italia, nel 2017, anche lì fu una grande emozione. Tra l'altro in campo, nell'Atalanta, c'era Bastoni".
PORTIERE - "Sì da piccolo facevo il portiere, poi andando avanti ho fatto l'attaccante. Franceschini mi cambiò ruolo mettendomi mezzala, anche lì non ero d'accordo e infatti mi lamentavo. Oggi gli devo dire grazie".
SASSUOLO - "Quando ho finito il Settore giovanile e sono andato al Sassuolo, dove non giocavo e mi ruppi il quinto metatarso. Fu un anno un po' particolare, ma queste cose vanno messe in conto. E' difficile che vada tutto bene".
PREGI E DIFETTI - "Quando voglio una cosa, cerco di prendermela provandoci fino alla fine: questo è un pregio. Il difetto è che ogni tanto sono permaloso".
IN CAMPO - "Incursore, faticatore, la terza è una cosa che devo migliorare, ovvero la gestione della palla".
SPOGLIATOIO - "Tanto perché è lì che si vincono le partite. Sembra retorica, ma in realtà è la verità. Se il gruppo è forte, gli obiettivi da impossibili diventano possibili".