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    Inter-Fiorentina vista dal campo: un Inzaghi mai visto che litiga, urla e "mangia". E Bastoni prende in giro Kean

    Inter-Fiorentina vista dal campo: un Inzaghi mai visto che litiga, urla e "mangia". E Bastoni prende in giro Kean

    • Davide Bernardi
      Davide Bernardi
    Nei minuti immediatamente precedenti il fischio d’inizio di una partita da BORDOCAM, ho l’abitudine di ripetermi mentalmente i temi principali della serata, quelli da tenere d’occhio. Un po’ come quando ti tocchi velocemente le tasche dei pantaloni per vedere se il portafogli è al solito posto, se il telefono c’è e le chiavi pure. Ecco alla stessa maniera ripasso i temi principali che la partita si è portata dai giorni di vigilia: giocatori sul mercato, attaccanti criticati o esaltati per le loro prestazioni, duelli dentro i 90’. Capita spesso però che le partite ti sbattano in faccia focus che non avevi considerato come principali nella tua serata. È esattamente quel che è successo in Inter-Fiorentina, dove Simone Inzaghi si è ancora una volta preso la scena. E lo ha fatto nonostante due episodi di cui si sta parlando e si parlerà ancora per giorni.

    CONTRO I CONETTI - Innanzitutto l’allenatore dell’Inter ha avuto col pallone accanto a sé, lo stesso rapporto che Nadal aveva con le sue bottigliette. In Serie A i raccattapalle a bordocampo non ci sono più, sostituiti quest’anno da palloni, posizionati sopra i conetti. Ecco dopo pochi minuti, quello più vicino a sé, Inzaghi lo sposta, perché non intralci le sue traiettorie all’interno dell’area tecnica. Poi lo fa cadere e fa in modo di riposizionarlo esattamente com’era prima. Arriva addirittura ad afferrarlo e morderlo, dopo la traversa che Lautaro prende nel primo tempo, il 5° legno nelle ultime due in casa.

    URLA A RANIERI - Ma che per Inzaghi non sia una partita come le altre, lo si capisce immediatamente. L’allenatore dell’Inter infatti è scosso da un’elettricità diversa, non so se dovuta alla possibilità di accorciare sul Napoli o dalla voglia di rispondere a qualche critica, alcune onestamente eccessive, ricevute dopo la sconfitta di Firenze. Fatto sta che dopo 20’’ di partita, ma davvero 20’’, rifila un urlaccio a Ranieri ordinandogli di star muto, colpevole il capitano della Fiorentina di aver protestato per un fallo a centrocampo. Benvenuto a San Siro Ranieri.

    PERDITE DI TEMPO - Per tutto il primo tempo Inzaghi non accetta che gli avversari possano perdere tempo, si infiamma perché De Gea rimane a terra un pochino di più, dopo aver bloccato un tiro di Calhanoglu e ad Ayroldi, il IV uomo, dice più volte: “Tienilo eh”. Riferendosi al tempo, non quello di Max Pezzali, ma quello di recupero. Cronometro al momento della protesta? 7’ del primo tempo. Durante la serata, Inzaghi cambia continuamente registro, chiede calma ai suoi, pulizia tecnica, salvo poi scatenarsi quando Darmian, proprio Darmian, il più preciso tatticamente, si fa trovare fuori posizione. Guarda completamente impassibile la rovesciata di Barella, un gesto tecnico talmente bello, anche rivisto ai replay, da giustificare il nostro “ODDIO” sputato fuori al momento del volo dell’interista. Inzaghi impassibile, salvo poi farsi portare da tutto lo stadio ad applaudire il proprio centrocampista, con qualche secondo di ritardo.

    LA LITE - Rimane calmo e pacato sull’episodio più controverso della serata, quella palla “uscita di mezzo metro”, stando alle impressioni di Cataldi e Matias Moreno o “di un metro buono” a sentire Palladino, che proprio non accetta un protocollo che permette un episodio del genere. A La Penna il mister della viola chiede chiaramente: “Ma come non possono controllare?”. Inzaghi rimane impassibile e si vive calmo e pacato il gol dell’1-0, appena prima di impazzire, come poche volte si è visto, letteralmente trattenuto da Ayroldi e dal suo team manager, per evitare che invadesse la panchina della Fiorentina, dopo un diverbio con un membro dello staff avversario.

    LA SCARAMANZIA -
    Inzaghi, chi lo conosce bene, lo racconta come una persona con due lati del proprio carattere estremamente pronunciati: in primis l’ironia. Il mister dell’Inter è quello che appena due minuti dopo una zuffa sfiorata, scherza con Zielinski: “Oh Zielo, scaldati bene a fine primo tempo, che sono due partite che non ti faccio giocare”, scatenando le risate di tutta la panchina. E poi, quello scaramantico. Sul rigore che batte Mandragora, appena prima che il centrocampista colpisca il pallone, Inzaghi con la mano sinistra, sempre alla Nadal, si sistema il retro del pantalone. Un gesto forse istintivo, che però Inzaghi ripete spesso prima di momenti decisivi, e che sempre chi conosce bene l’allenatore dell’Inter, giura possa nascondere qualcosa di scaramantico.

    IL FINALE - Spesso le serate degli allenatori e le loro reali emozioni, riesci a giudicarli osservandone gli ultimi minuti di partita. Inzaghi ieri, vedendo la sua squadra un po’ fiacca dopo 70’ di enorme intensità, negli ultimi minuti quella sofferenza la manifesta continuando ad abbottonarsi e sbottonarsi il cappotto, un po’ preso in mezzo da un finale di partita che la propria squadra non controlla come la prima parte.

    LO PRESA IN GIRO - Al fischio finale, l’esultanza è quella di una vittoria importantissima, in un big match, rivolta alla tribuna, con le braccia scatenate, prima di andare a baciare ed abbracciare la propria famiglia, come sempre a pochi metri da lui. Il finale però di Inter-Fiorentina è una coda triste e ignorante, specchio di come tante volte le cose prendano proprio la curva sbagliata. A bordocampo Bastoni e Carlos Augusto imitano il gesto di Kean, quel mostrare i muscoli che oggi si chiama flexare. I due interisti lo fanno nella maniera più “agonistica” possibile, quasi in stile americano, come si farebbe in NBA insomma, un po’ di sano trash talking. Quello che viene dopo invece è solo ignoranza e stupidità: quelle postate sui social da Moise Kean sono stories che raccontano la solita storia.

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