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Inter, Miranda è il nuovo Samuel
TERRENO FERTILE IN SUDAMERICA - I dati della stagione attuale restituiscono all’Inter un sorriso che sembrava ormai smarrito: sette reti subite in dieci gare di campionato sono un preciso strumento di misurazione che evidenziano la ritrovata stabilità in retroguardia. Una solidità che coincide con l’arrivo di un altro grande difensore, Joao Miranda, ex Atletico Madrid, educato alla battaglia da Diego Pablo Simeone in persona. Dall’Argentina al Brasile, da Firmat a Paranavai, quasi 1800 km di distanza, l’Inter pesca un altro armigero dal Sudamerica.
MEDIA VOTO - Affidabilità ed esperienza al servizio della squadra, Miranda si è immediatamente preso l’Inter, tanto che anche Javier Zanetti (uno che di campioni ne ha conosciuto qualcuno) è rimasto favorevolmente impressionato dalla presenza e dalla leadership del brasiliano. Anche la sua media voto parla chiaro: il 6 in pagella è fisso, una media che sale al 6.33 se dalle statistiche si esclude il rosso subito contro la Fiorentina.
IN TEMPI DI RIVOLUZIONI - E se il confronto tecnico tra Miranda e Samuel, per tanti motivi, può risultare ingiusto, è invece corretto affermare che entrambi sono arrivati a Milano in tempi di rivoluzioni. L’argentino vestì per la prima volta il nerazzurro nel 2005-2006, al secondo anno di Roberto Mancini alla guida del club. Tempi non semplicissimi per il calcio italiano, ma anni che consolidarono Inter come potenza del calcio nazionale ed europeo. Miranda arriva nell’era Thohir, a seguito di svariati scossoni e cambiamenti interni al club di corso Vittorio Emanuele. Dopo tante delusioni figlie di una cattiva gestione, l’Inter prova a rilanciarsi e per farlo riparte dalla difesa: riparte da Joao Miranda, il primo vero erede di Walter Samuel.