Calciomercato.com

  • AFP via Getty Images
    Inter e Milan non meritano di diventare più grandi in uno stadio più piccolo. Solo 60mila posti, sarà un impianto per ricchi

    Inter e Milan non meritano di diventare più grandi in uno stadio più piccolo. Solo 60mila posti, sarà un impianto per ricchi

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Un grande derby, con un grande pubblico, anche se con appena 57.000 tifosi, equivalenti al 75 per cento della capienza di San Siro, causa restrizioni per il Covid. Al di là della partita, che è il quadro, tutti hanno giustamente sottolineato l’importanza della cornice, cioè lo spettacolo offerto dai tifosi. Così è cresciuto il rammarico per non avere rivisto lo stadio pieno, come nell’ultimo derby pre-pandemia quando gli spettatori, tra paganti e abbonati, furono 75.817. E allora sorge spontanea una domanda: perché il nuovo stadio di Milano, di proprietà delle due squadre, dovrebbe avere una capienza di 60.000 spettatori soltanto, 20.000 in meno cioè di quanti ne può ospitare attualmente San Siro?

    Si può discutere se sia giusto o meno costruire un nuovo impianto, invece di ristrutturare quello attuale
    che fino a cinque anni fa, non cinquanta, ha ospitato una finale di Champions League tra le due squadre di Madrid. Non si dovrebbe, invece, assolutamente discutere sul fatto che lo stadio del futuro non può avere una capienza inferiore all’attuale. Visto che si parla tanto dei moderni impianti costruiti in Europa, vale la pena ricordare che cosa è successo, tra Inghilterra, Spagna e Germania.

    Il leggendario Wembley, dove il 14 novembre 1973 Fabio Capello segnò il gol della prima storica vittoria dell’Italia in casa dell’Inghilterra, che aveva una capienza di 82.000 spettatori, è stato abbattuto e nello stesso spazio è stato costruito il nuovo Wembley che ora può ospitare 90.000 tifosi. Dalla casa della Nazionale a quella dei club, ecco altri due esempi.

    Il vecchio Higbury, mitico tempio dell’Arsenal, dove gli azzurri campioni del mondo di Vittorio Pozzo furono ribattezzati “i leoni di Highbury”, che conteneva 38.419 non esiste più perché oggi il club in cui è cresciuto professionalmente Ivan Gazidis gioca nel modernissimo Emirates Stadium, che può ospitare 60.260 tifosi.

    E ancora: il Tottenham è passato dal mitico White Hart Lane al modernissimo Hotspur Stadium, la nuova casa di Antonio Cinte, passando da una capienza di 36.284 posti a una di 62.062.

    In Spagna, mentre il famosissimo Bernabeu, costruito nel 1947 in pieno centro, è stato completamente ristrutturato, grazie ai lavori effettuati anche di notte, nei giorni feriali e festivi, la vecchia casa dell’Atletico Madrid, il Vicente Calderon dove potevano entrare 54.000 persone è stata abbattuta e ora la squadra di Simeone si prepara a ospitare il Milan nel Wanda Metropolitano dove possono entrare 67.000 tifosi.

    Infine, il Bayern Monaco ha abbandonato l’Olympiastadion in cui entravano 69.000 tifosi e ora vince nell’Allianz Arena aperta a 75.000 tifosi. Come si vede, tutti hanno costruito stadi più grandi e non più piccoli dei precedenti.

    Con l’aggravante, nel caso di San Siro e del suo possibile erede, che a Milano gli spettatori che assistono alle gare di Inter e Milan sono quasi sempre più di 60.000 e non soltanto nei derby. Nell’ultima stagione con stadi aperti al cento per cento, infatti, per Inter-Lecce i paganti furono 64.188, mentre per Milan-Bescia furono 56.691, in pratica quanti ne sono entrati nell’ultimo derby. Con la punta dei 72.738 per la semifinale d’andata di coppa Italia tra Milan e Juventus.

    Questi sono fatti, non opinioni, che dovrebbero far riflettere e invece vengono ignorati da chi promette impianti con attività ad essi collegati che vivranno tutto l’anno, con grandi benefici economici per i club. La conseguenza, così, è chiara. Ventimila tifosi non potranno più vedere i derby e le grandi sfide delle coppe europee, per cui a questo danno evidente si aggiungerà una beffa altrettanto evidente, perché i prezzi dei biglietti saliranno e andare allo stadio diventerà un privilegio riservato ai ricchi, negato soprattutto a chi vorrebbe arrivare da altre città e già dovrebbe spendere più di chi abita a Milano.

    Se si verificherà, infatti, quello che sostiene il presidente del Milan, Scaroni, secondo cui uno stadio moderno richiamerà più tifosi, la rabbia di chi entrerà pagando molto di più e di chi non troverà posto aumenterà in proporzione, vista la capienza ridotta del nuovo stadio. E allora meditate tifosi, meditate. Perché Inter e Milan non meritano di diventare più grandi in uno stadio più piccolo.

    Altre Notizie