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  • Inter, è la partita della svolta. Ma il Napoli meritava di giocarsela fino alla fine

    Inter, è la partita della svolta. Ma il Napoli meritava di giocarsela fino alla fine

    • Alberto Polverosi
    In ogni campionato c’è una partita che segna una svolta e quella del "Maradona", per l’Inter, può diventare una di queste. Tre a zero al Napoli, con tre gol che sono stati autentici capolavori ma anche con due prodezze di Sommer che hanno anticipato di qualche minuto la prima e la seconda rete nerazzurra. Ripresa la testa della classifica, scavalcata di nuovo la Juventus, rispedito il Milan a -6 e spinto il Napoli a -11, la vittoria è stata meritata, ma anche sudata come il 3-0 non riesce a spiegare. La squadra di Mazzarri avrebbe meritato di segnare e di restare in partita fino alla fine, per lo spirito con cui ha giocato e per le occasioni che ha costruito (piccolo dato: 15 tiri a 11 per gli azzurri). Ma il "Maradona", quest’anno, non è proprio casa sua, qui ha perso quattro volte in campionato e una volta in Champions, nel campionato scorso era in testa alla classifica delle gare interne, adesso è sedicesima.

    CALHANOGLU E SOMMER DECISIVI - Non è stata proprio come Juventus-Inter della giornata precedente, quella pochezza, quell’avarizia, quella mancanza di coraggio non si sono mai affacciate al "Maradona". Napoli e Inter hanno giocato per vincere, con qualche accortezza nel primo tempo, senza sbilanciarsi troppo, ma hanno tenuto un ritmo alto e l’intensità non è mai scesa. L’Inter è arrivata all’intervallo già in vantaggio col tiro fantastico da fuori area di Calhanoglu, un collo esterno destro filato come un siluro a pochi centimetri dall’erba che si è spento nell’angolino. Ma il Napoli in quei 45' ha fatto qualcosa di più. Occasione dopo 3' con Elmas, la sorpresa di Mazzarri, e grande risposta di Sommer, poi un’altra possibilità sempre col macedone e sempre con la respinta del portiere svizzero e infine la traversa centrata da Politano, con un sinistro micidiale da fuori area. Tutto questo prima di subire la rete di Calhanoglu. Sull’altro fronte, a parte il gol, un intervento difficoltoso di Meret su Lautaro Martinez e un gol annullato per fuorigioco dal guardalinee Imperiale (con la certificazione di Marini al Var) a Thuram. Lo stesso Marini non poteva intervenire nell’azione del gol, nata da un intervento (trattenuta) di Lautaro Martinez a Lobotka, Massa era lì davanti e, sbagliando, non ha fischiato. I napoletani hanno protestato a lungo con Massa, così ha fatto l’allenatore livornese col quarto uomo Rapuano.

    POCO OSIMHEN - Mazzarri aveva preparato la partita puntando sul recupero palla immediato dei suoi, mossa che ha avuto in Anguissa l’interprete più efficace per almeno 45 minuti. Intorno alla metà del primo tempo, l’Inter ha sofferto questa aggressività, ne è rimasta quasi sorpresa. Poi è risalita, ha riequilibrato la sfida anche sul piano dinamico ed è andata in vantaggio. Nel periodo migliore dei padroni di casa è mancato il contributo di Osimhen, non ancora al meglio della sua condizione. E neppure Kvaratskhelia ha fatto pesare per intero la sua qualità. Meglio Politano sull’altro fronte, dove Inzaghi dopo 18' era stato costretto a inserire Carlos Augusto per l’infortunio muscolare di De Vrij, con lo spostamento di Acerbi al centro del trio difensivo. Carlos Augusto, nel nuovo ruolo, ha fatto un partitone.

    TANTO BARELLA Nella ripresa ha cominciato a pesare anche la differenza dei due organici. Mercoledì hanno giocato tutt’e due in Champions, ma Inzaghi ha potuto fare 8 cambi rispetto alla partita di Lisbona, Mazzarri appena tre dopo Madrid. Come era accaduto prima di subire il primo gol, il Napoli ha avuto un’occasione clamorosa per pareggiare con Kvaratskhelia (prodezza di Sommer, tanto per cambiare) tre minuti prima di incassare il secondo. Nella stessa azione, i napoletani hanno protestato per un colpo di anca e contemporaneamente un tocco di Acerbi sulla caviglia di Osimhen in area di rigore: con i rigorini che siamo stati abituati a vedere nel calcio di questi ultimi anni, poteva scapparcene un altro, ma Massa e il Var hanno deciso per il no. L’Inter ha recuperato palla con un intervento perfetto di Lautaro Martinez, l’azione è schizzata via con Carlos Augusto e col cross indietro di Lautaro per Barella che arrivava tutto solo col suo solito rimorchio. L’incredibile bravura di Barella è stata tripla, prima si è coordinato col corpo rallentando di colpo la corsa (era in piena velocità), poi ha controllato la palla con un tocco che ha messo fuori causa Ostigard e infine ha segnato saltando Natan. Un gol di una bellezza assoluta.


    E ALLA FINE THURAM - Il Napoli ci ha provato ancora. Mazzarri ha messo dentro Raspadori per Politano, è arrivata un’occasione con Osimhen. Poi sono entrati Zielinski e Lindstrom, sono usciti Elmas e Lobotka, 4-2-4 che inevitabilmente ha lasciato spazio all’Inter. Così, ancora Barella con un cambio gioco ha trovato Cuadrado libero a destra, cross del colombiano entrato al posto dell’acciaccato Dumfries, irruzione di Thuram, tocco a porta vuota e 3-0. Troppo, davvero troppo per la buona prestazione del Napoli. Ma queste, come abbiamo detto, sono le vittorie che possono decidere il campionato. Un campionato che l’Inter sta guidando grazie alla sua straordinaria forza in trasferta: è la squadra che fuori casa ha vinto di più (sei volte) e subìto meno gol (due) nei cinque maggiori campionati europei. Non è un dato da poco.
     

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