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    ​Inter, Dumfries: 'Hakimi? Punto ai livelli di Maicon. Nessuna paura del Milan, il rigore per la Juve...'

    ​Inter, Dumfries: 'Hakimi? Punto ai livelli di Maicon. Nessuna paura del Milan, il rigore per la Juve...'

    Denzel Dumfries si è preso la fascia destra dell'Inter. Il nazionale olandese ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Sono stati mesi divertenti, ma intensi. Per me era davvero tutto nuovo, ma sin dall'inizio ho provato a capire il più in fretta possibile come si sta in questo grande club e ad apprezzare tutte le cose belle: parlo con lo staff, conosco i compagni, ma soprattutto ascolto. Ascolto e imparo. All'inizio facevo fatica a capire, ma il calcio è sempre uguale: bisogna solo giocarlo bene come sta riuscendo a noi. Certo, poi negli ultimi due mesi ho assestato la mia posizione: ho capito che cosa mi viene chiesto, ho imparato certe letture difensive per capire prima cosa succede. Questa è la chiave. Tutta la mia vita e la carriera sono basate sul lavoro e sul miglioramento. De Vrij è decisivo, mi ha aiutato, mi ha mostrato tutto del club e qualcosa della città. È bello avere un connazionale che parla la stessa lingua: poi veniamo pure dalla stessa zona, l'area di Rotterdam, e la nostra amicizia è cresciuta in nazionale. Ho stretto molto anche con gli altri: Calhanoglu e Perisic su tutti". 

    "Il rigore causato contro la Juve è stato il momento più duro. Mi è caduto il mondo addosso: essere coinvolto in quell’episodio in una delle partite più importanti dell'anno... Ma già dal giorno dopo ho sentito l'aiuto del club e ho provato a ritrovare l'equilibrio mentale. La settimana dopo D'Ambrosio ha segnato a Empoli ed è venuto ad abbracciarmi: non mi era mai successo, è stato uno shock positivo, un'emozione. Ho capito che tutti erano dalla mia parte". 
    "Il gol alla Roma mi ha dato fiducia, è stata la svolta, ma non posso scordare la Supercoppa che qui mancava da tanto: il mio primo grande trofeo, in quell'atmosfera, non lo dimenticherò". 

    "Pesa l'eredità di Hakimi? Beh, tutti hanno visto che esterno fantastico sia e come abbia lasciato il segno. Ma, con rispetto, a me non piace parlare di eredità: non mi sento come uno che ha preso il suo posto di un altro perché i giocatori cambiano sul mercato. Ora è il mio tempo e lavorerò duro per essere all'altezza. 
    All'Inter ci sono stati giocatori incredibili a destra, il primo che mi viene in mente è Maicon: un esempio, vorrei avvicinarmi il più possibile ai suoi livelli". 

    "Di Inzaghi mi colpisce la sua determinazione, il modo passionale con cui sente le partite che non avevo mai visto. È 'dentro' il match, lo gioca, è come se corresse lui stesso con noi. Si vede che è una guida, uno che sa connettere le persone: questo ti resta dentro". 
    "Lo scudetto? Non ci pesa essere considerati favoriti, è una bella sensazione, ma conta solo restare fissi sull'obiettivo". 

    "Il derby è una gara unica, si vedeva in Olanda. Ricordo il gol di Stefan nella rimonta di due anni fa. All'andata, anche se in panchina, c'era un'atmosfera pazzesca, un'elettricità diversa. Io, però, non la preparo in modo differente: provo a rimanere sempre acceso, a prescindere dalla partita". 
    "Chi mi spaventa del Milan? Nessuno. Ma Zlatan Ibrahimovic è un grande, non devo aggiungere nulla, però non mi piace mai parlare troppo dei rivali: ripeto, il focus siamo noi". 
     

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