Inter, Dodò: una bocciatura da 9 milioni
L’Inter di Roberto Mancini prende sempre più forma. Il suo 4-2-3-1 inizia finalmente a vincere e convincere e, trovando continuità di rendimento il sogno Champions League potrebbe tornare ad essere alla portata. Ma la rivoluzione tattica imposta dal tecnico jesino ha lasciato dietro di sé anche qualche scontento e, soprattutto lungo le corsie esterne, l’allenatore nerazzurro ha ben delineato le proprie scelte.
CORSA E SACRIFICIO - Mancini pretende un grande lavoro dai propri terzini, che nel corso dei 90 minuti devono garantire un’incredibile capacità di spinta e, allo stesso tempo, una grande attenzione in fase difensiva. Non è un caso che Danilo D’Ambrosio, duttile e posizionabile sia lungo l’out di destra che sulla corsia mancina, sia attualmente l’esterno più utilizzato dall’allenatore. Grande corsa, spirito di sacrificio e una statura che gli permette di essere fondamentale in area di rigore anche in occasione di calci d’angolo e punizioni contro. Tutte doti che, per ora, il brasiliano Dodò non ha dimostrato di avere.
UNA BOCCIATURA DA 9 MILIONI - Leggero nei contrasti, spesso fuori posizione in fase di copertura, Dodò era sembrato l’acquisto ideale per lo schieramento tattico di Walter Mazzarri che non richiedeva grandi sforzi difensivi ai propri laterali. Dodò è arrivato in estate dalla Roma con la formula del prestito oneroso biennale (da 1,2 milioni di euro) con riscatto obbligatorio fissato a 7,8 milioni alla prima presenza ufficiale da pagare a partire da giugno 2017. Un’operazione da 9 milioni di euro complessivi per un giocatore che, al momento non rientra nei piani di Mancini. Una bocciatura che può bloccare il mercato dell'Inter e costringerà Piero Ausilio (che dirà addio anche a Jonathan in scadenza a fine stagione) alla ricerca di un nuovo esterno nel corso della prossima estate.