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    Inter, Dimarco: 'L'interismo è un fuoco che ti brucia dentro. Lukaku? Quel post non era per lui...'

    Inter, Dimarco: 'L'interismo è un fuoco che ti brucia dentro. Lukaku? Quel post non era per lui...'

    Una lunga intervista rilasciata da Federico Dimarco a 7, il magazine de Il Corriere della Sera: "I miei primi passi da giocatore sono stati dove sono nato, il quartiere di Porta Romana, ricordo bene anche se ero piccolo. Avevo 4-5 anni e giocavo a Calvairate. Ma ancora meglio ho davanti agli occhi il passaggio al settore giovanile dell’Inter. Ero già tifoso, quando mi hanno detto che c’era la possibilità di indossare la maglia nerazzurra sono impazzito dalla felicità. Ho cominciato ad andare a San Siro con mio zio e mio nonno, Avevo 2-3 anni. Da lì è iniziata la vera passione per l’Inter, quella che mi porto dietro fino a oggi. Le emozioni più grandi sono arrivate con I 5 scudetti di fila, tra Mancini e Mourinho. C’erano giocatori di altissimo livello. Il mio preferito, tra tanti, è Diego Milito. Nel 2010 ha permesso all’Inter di vincere la Champions con una doppietta in finale e ha messo il suo sigillo su tutte le vittorie più importanti".

    L'INTERISMO - "Giocare nella squadra per cui si tifa è una cosa bellissima, ma non è semplice. In questi due anni ho imparato molto anche da giocatori con più esperienza che sono andati via e ora cerco di far capire a chi è arrivato da poco cosa vuol dire giocare nell’Inter, cosa vuol dire giocare a San Siro. E cos’è l’interismo. È un sentimento difficile da imparare, è qualcosa che spesso ti porti dentro fin da bambino, emozioni che vivi dagli spalti e che, nel mio caso, ritrovi in campo. È un fuoco che brucia dentro, senza mediazioni, viene in automatico".

    IL GOL E LA PARTITA - "La rete più importante nella finale di Supercoppa contro il Milan, era il 18 gennaio 2023. L’anno non poteva iniziare meglio. Poi, anche se non è andata come doveva, la più bella e la più importante è stata la finale di Champions a Istanbul contro il Manchester City. La sera prima della finale eravamo davvero tranquillissimi. Ovviamente alzare la Coppa sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Ma la cosa più importante è stato l’orgoglio che abbiamo donato a nostri tifosi. Abbiamo dato tutto in campo, ci davano per spacciati e invece il City quella vittoria se l’è dovuta sudare. E anche tanto".

    POST INSTAGRAM - "Quello pubblicato il primo giorno di ritiro non era rivolto a Lukaku. Era per far capire che i giocatori vanno e vengono. Sicuramente quelli che sono andati via hanno dato tantissimo, ma alla fine la cosa che resta è la maglia nerazzurra: l’Inter è davanti a tutto. Ogni giocatore che arriva, come ogni giocatore che era qua l’anno scorso, deve fare in modo di portare l’Inter in alto".

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