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    Inter, dentro il mistero Gosens: paura di farsi male, limiti di personalità e schemi che non lo premiano

    Inter, dentro il mistero Gosens: paura di farsi male, limiti di personalità e schemi che non lo premiano

    • Gianluca Minchiotti
    Il Robin Gosens carro armato dell'Atalanta non si è ancora visto con la maglia dell'Inter. Nove presenze e una rete da gennaio a giugno 2022, nella stagione del trasferimento da Bergamo a Milano e al termine di un 2021 condizionato dai problemi fisici e dal recupero, due presenze in questo avvio di stagione (una da titolare con il Lecce, una dalla panchina con lo Spezia). Al di là dei numeri, il Gosens attuale è un giocatore lontano anni luce da quello, devastante, delle stagioni 2019-20 (43 presenze e 10 gol) e 2020-21 (44 match e 12 reti). 

    I LIMITI - L'impressione è che il tedesco sia frenato dalla paura di infortunarsi di nuovo e che, forse, abbia ragione Antonio Cassano quando (alla Bobo TV) dice: "Andava dato tempo per l'infortunio, è giusto così, ma la stagione è iniziata, non so se ha la personalità di giocare a San Siro o come sta fisicamente". Remore psicologiche, problemi fisici e limiti di personalità: indizi possibili sul rendimento ancora insufficiente del Gosens interista, rispetto a quello atalantino.

    IL GIOCO E LA PAZIENZA - Ma forse c'è dell'altro, qualcosa che riguarda il gioco dell'Inter di Inzaghi. A Bergamo il classe 1994 di Emmerich am Rhein esplose alla terza stagione, dopo due anni di rodaggio con Gasperini. E anche a Milano, probabilmente, avrà bisogno di tempo per inserirsi nei meccanismi di gioco di Inzaghi. Per ora, come ha scritto il nostro Pasquale Guarro nelle pagelle di Inter-Spezia: "Prova sempre la specialità della casa, attaccando lo spazio alle spalle di Gyasi per un lancio dalla parte opposta del campo, ma non lo premiano mai". Già, ma a Milano ci sarà la stessa pazienza nell'aspettarlo che ci fu a Bergamo? Gosens è pronto a smentire tutti già dalla partita con la Lazio, ricordando che una delle sue specilità, nelle stagioni d'oro all'Atalanta, erano i gol pesanti nei big match (ricordiamo le reti con Lazio, Roma e Napoli). 

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