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Dal 'Bastoni non si tocca' allo sfogo di Udine: il difensore dell'Inter ha perso certezze
CERTEZZE PERSE - Indubbio però che l'inizio di stagione sia stato sotto le aspettative, sia per Bastoni che per tutta l'Inter. Il classe 1999 è passato da essere uno dei simboli della crescita della squadra negli ultimi anni, sia nella stagione del campionato vinto con Conte ma anche nell'ultima, a improvvisamente ritrovarsi in ballottaggio con Dimarco e non sicuro di un posto da titolare. Non almeno quanto le altre colonne dell'Inter come Skriniar, Brozovic, Barella e Lautaro. Delle sette partite di campionato, in tre è partito dalla panchina, a cui si vanno ad aggiungere i soli 30 minuti nell'ultima sconfitta contro l'Udinese. Qualche acciacco fisico non lo ha aiutato ma se fino all'anno scorso potevamo registrare la filastrocca "Skriniar-De Vrij-Bastoni" ad ogni partita, adesso non è più così.
NERVOSISMO - I ripetuti calci alla panchina appena uscito al 30esimo minuto della partita contro l'Udinese sono in parte comprensibili per un giocatore "costretto" ad abbandonare il match così presto solamente per un'ammonizione ma spiegano bene il momento complessivo del difensore italiano, che si aspettava una situazione molto diversa rispetto a quella che sta vivendo. Nello sfogo c'è sicuramente anche la consapevolezza che Inzaghi non si fida totalmente di lui, visto che non ha aspettato neanche l'intervallo per sostituirlo ma non solo; anche qualche critica ricevuta in queste settimane a cui Bastoni ha risposto con ironia ma che secondo la malizia di alcuni tifosi lo hanno distratto un po' troppo dal campo. L'Inter ha mostrato grandi fragilità nel reparto arretrato e per ritrovare la solidità difensiva ha bisogno anche del miglior Bastoni, cercando di dimenticare al più presto la trasferta di Udine, negativa per tutta la squadra ma ancora di più per l'ex Atalanta.