Inter: dai gufi alla sosta, quante incertezze per Conte. Zhang batte un colpo, ma non basta per il futuro
E’ pur vero e incontestabile che tanti club sono in grande difficoltà, le varie federazioni si stanno muovendo (chi meglio e chi peggio) per prevenire o curare eventuali ulteriori problemi economici che la pandemia ha contribuito a creare. Ecco che la Uefa abolirà un FFP che già aveva i suoi difetti e i suoi detrattori ma con le conseguenze del Covid è diventato ancor più falsato e inattuabile. I problemi sono tanti e sono grossi, lo sanno proprietà, dirigenti e calciatori, lo stanno capendo anche gli agenti che probabilmente avranno dei paletti in più da rispettare soprattutto sulle commissioni nei trasferimenti completati. Insomma ci aspetta una vera e propria rivoluzione, un cambiamento fisiologico del calcio per come lo abbiamo inteso fino ad oggi, con conseguente e sembra inevitabile ridimensionamento dei prezzi dei cartellini e di misura sugli ingaggi. C’è chi ha ventilato l’ipotesi di tetti salariali in stile NBA, non sarebbe una brutta soluzione, sarà solo necessario capire in che misura e con quali criteri si possa modellare per ciascun caso specifico, ogni società è diversa dalle altre e si regola e finanzia in modo diverso.
Fatta questa lunga premessa è chiaro che i problemi economici affrontati dall’Inter non sono una sorpresa. Oggi si parla tanto dei nerazzurri perché la proprietà cinese ha una “grana” in più che riguarda i dettami del suo governo ma, non più tardi di qualche mese fa, molte squadre italiane ed europee hanno dovuto chiedere ai propri giocatori il taglio degli stipendi cosa che, per esempio, l’Inter non ha fatto.
Real Madrid e Barcellona non sono in buone condizioni, del Barça si è parlato tanto ma per molti la questione è già finita nel dimenticatoio. Suning però, dopo aver risolto la prima parte dei problemi, dovrà impegnarsi per risolvere completamente la questione. Il tempo stringe. Conte sta navigando a vista, sta pensando partita dopo partita per cercare di arrivare all’obiettivo e tagliare il traguardo davanti a tutti ma poi si dovrà fare i conti con il termine della stagione e la programmazione della prossima e, purtroppo, il tempo non gioca a favore.
Conte, come detto, pensa adesso alla prossima partita con la testa anche al rientro dei suoi dalle nazionali. La situazione non è delle migliori, i nazionali hanno giocato tanto e quando torneranno ad Appiano (tamponi negativi permettendo) avranno solo un giorno per “allenarsi” con la squadra. Non è però solo la questione nazionali e la stanchezza dei giocatori che peseranno sulle scelte di Conte. L’Inter si presenterà a Bologna anche con un’assenza dal campo di 21 giorni. Complice il rinvio di Inter-Sassuolo infatti l’ultima partita è datata 14 marzo a Torino, 3 settimane che l’allenatore nerazzurro spera non influiranno sulla continuità che la squadra aveva trovato prima di questa lunghissima e, per l’Inter, personalissima sosta. Insomma, nonostante ci sia tanta gente (gufi?) che parla di un campionato già finito, l’Inter rientrerà da questa pausa forzata con tante incognite e 3 partite in 7 giorni. Non sarà facile e Conte questo lo bene.