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Inter, da Brozovic a Eder: perché pare che chi gioca poco giochi contro?
CON DE BOER E CON PIOLI, PER CHI NON GIOCA SONO DOLORI - Avveniva con de Boer, avviene anche con Pioli: chi non gioca, nell'Inter, smette di interessarsi alla squadra, diventa abulico, sconclusionato, a volte irritante e nocivo. Brozovic era un habituè con l'olandese, non ha cambiato atteggiamento nemmeno con l'italiano: è come se non gli importasse nulla della maglia che indossa, gioca per sè stesso e se rimane in panchina, lo spirito, quando entra, non è volto a dimostrare all'allenatore l'errore e a fargli cambiare idea, ma piuttosto a confermare nella maniera pù vistosa possibile che il tecnico ha fatto bene a lasciarlo fuori.
GIOCO POCO, MA CONTRO - Lo scherzetto del match contro la Samp è costato almeno due punti, gli atteggiamenti dei subentrati nella partita di ieri altri due: sia Murillo che Biabiany, ma soprattutto Eder, si sono "imbrozoviti". Cosa significa questo neologismo? Significa entrare in campo e non fare nulla per la squadra, anzi, se possibile, remare contro: il colombiano non si è mai visto, il francese ha sbagliato la comoda palla del 3-1, l'italo-brasiliano è entrato in maniera molle, ha corso poco e si è perso la marcatura sull'azione che ha portato al corner per il Milan. Questo è il fatto, nell'Inter: che sembra che chi gioca poco, per scelte di campo, decida di giocare contro. Eppure c'era l'Europa League, ci sono state tante partite in Serie A e Pioli non sembra quel tipo di allenatore che non cambia mai idea. Forse, con alcuni elementi, avrebbe dovuto farlo: la colpa non può essere sempre degli allenatori.
@AleDigio89