Non sono ore serene per l'Inter e Roberto Mancini quelle successive alla scoppola nell'amichevole di venerdì contro il Tottenham ad Oslo. Ieri il tecnico nerazzurro ha tenuto a rappporto i calciatori per una prestazione, che al di là della differenza di preparazione e del divario a livello tecnico, ha lasciato molto a desiderare per l'eccessiva arrendevolezza mostrata nel secondo tempo. La debacle in terra di Norvegia ha soprattutto riacceso il dibattito sulla permanenza di Mancini all'Inter, nonostante nei giorni scorsi si fosse registrato un netto riavvicinamento alla nuova proprietà di Suning e si fosse iniziato a parlare di rinnovo di contratto.
Un prolungamento dell'attuale accordo in scadenza a giugno 2017 per altre due stagioni ma legato agli obiettivi che la squadra raggiungerà, una prima mossa per cercare di accontentare un Mancini che nel corso dell'estate non sempre si è sentito appoggiato dal nuovo establishment e che ha spinto anche per avere certezze sul proprio avvenire. Una strategia che, così come sul mercato, in fin dei conti ha pagato, visto che l'Inter ha acquistato il tanto desiderato Candreva e sta trattando un altro giocatore vicino ai 30 anni come Luiz Gustavo, ma che ha finito per creare più di qualche crepa nel rapporto con Suning. Che, dopo l'1-6 col Tottenham, è tornato a nutrire perplessità sull'allenatore e su quanto i giocatori credano in lui. Da qui il nuovo contatto, propiziato soprattutto dal consulente di fiducia Kia Joorbachian, con l'ex Ajax Franck de Boer che, in caso di addio di Mancini, è il candidato forte per sedersi sulla panchina dell'Inter.