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    Inter, che fine fanno i giovani con Pioli?

    Inter, che fine fanno i giovani con Pioli?

    • Federico Albrizio
    L'Inter riparte da Pioli e si prepara per il delicato derby contro il Milan alla ripresa del campionato. Confronto non solo sul campo, dove i nerazzurri si giocano chance importanti di rilanciarsi nella corsa al terzo posto, ma anche su questioni anagrafiche: da una parte un Milan trascinato dall'entusiasmo dei giovani (Donnarumma, Romagnoli, Locatelli, Niang), dall'altra un'Inter che tolti Icardi e Joao Mario fatica ad inserire Under 23 nel giro dei titolari. C'è grande curiosità per capire come si evolverà questo punto con il cambio in panchina: Pioli ha dimostrato di saper anche gestire i giovani alla Lazio (l'esplosione di Felipe Anderson e il debutto di Cataldi due esempi), ma in nerazzurro l'impegno potrebbe essere più complicato.

    PASSI INDIETRO - Un paio di giovani però hanno avuto qualche chance di mettersi in mostra con de Boer. In un momento di difficoltà l'olandese ha provato sulla fascia Senna Miangue, terzino belga classe '97: due da titolare, in campionato contro il Bologna, in Europa League contro lo Sparta Praga, ma a convincere maggiormente lo spezzone finale contro la Juventus nel successo dell'Inter a San Siro (4 presenze complessive). Le buone prestazioni però non sono bastate, Miangue non è più stato impiegato ed è tornato con la Primavera per il match di Coppa Italia contro la Ternana e la Supercoppa Italiana contro la Roma. Ora per i nerazzurri c'è abbondanza sulle fasce e a gennaio l'obiettivo è arricchirre ulteriormente il pacchetto con un nuovo innesto: difficile per Miangue rientrare nelle rotazioni di Pioli, improbabile tuttavia che il mancino belga lasci Milano a gennaio, più semplice concludere la stagione facendo spola tra Primavera e prima squadra per poi ragionare sul futuro. Più delicata invece la situazione di Assane Gnoukouri: 7 presenze, 3 da titolare tutte in Europa League, ora però gli spazi sono stretti, forse troppo per inserirsi. Joao Mario e Banega sono quasi intoccabili, Brozovic e Kondogbia da valutare in attesa del mercato (soprattutto il francese avrà bisogno di minuti per rilanciarsi), Medel reclama spazio e anche qui potrebbe esserci un nuovo innesto a gennaio: già in estate l'ivoriano classe '96 era stato vicino alla cessione (Pescara a un passo), non mancano pretendenti pronte a farsi avanti con l'Inter per il prestito e ad offrire al giocatore un minutaggio consistente qualora con Pioli non ci fosse la possibilità di avere altre chance a disposizione. Restare fermo è impensabile, né la società né il giocatore vogliono rischiare di rallentare il percorso di crescita, sarà decisivo il prossimo mese.

    RILANCIO - Diametralmente opposto il discorso per Gabigol: 29 i milioni di euro spesi in estate dall'Inter per strapparlo al Santos, 16 i minuti collezionati nella fin qui unica presenza in nerazzurro. Troppo poco per un giocatore presentato in pompa magna, complice un feeling mai sbocciato con de Boer e una condizione che non ha convinto neanche Vecchi a gettarlo nella mischia con il Crotone, scelta che ha infastidito ulteriormente il brasiliano classe '96. Pioli ha lanciato segnali di apertura a Gabigol ("Si sta allenando bene, avrà le sue occasioni"), ma serve qualcosa in più da parte del giocatore per convincere il tecnico a stravolgere delle gerarchie che lo vedono già indietro rispetto ai compagni, anche perché pure per lui l'ombra del mercato incombe: dall'estero rimbalza l'interesse delle big inglesi, guardando al calcio nostrano non si può escludere che l'Inter consideri un prestito in provincia per adattarsi al calcio italiano e tornare da protagonista. Tutto dipende da Gabigol, da Gnoukouri, da Miangue, ma soprattutto da Pioli: la gestione dei giovani nerazzurri, patrimonio dl club, sarà una delle tante sfide per l'allenatore in questa stagione.

    Twitter: @Albri_Fede90

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