Inter, Calhanoglu il miglior trequartista della Serie A: è perfetto per il gioco di Inzaghi
ASSIST - Se uno andasse a riguardarsi tutti i 10 assist firmati da Calhanoglu in questa stagione (limitiamoci al campionato) si accorgerebbe che, tolto il rigore procurato contro la Roma, 6 provengono da una palla inattiva calciata dal turco. O una punizione o un calcio d’angolo, come in questo caso contro la Lazio, un corner per la testa di Rebic.
Il che da un lato potrebbe portarci (erroneamente) a ridimensionare le qualità di Calhanoglu in zona di rifinitura, dall’altro invece dovrebbe garantire ai nerazzurri una certa continuità balistica col gran punitore Eriksen. Ricordiamo che l’Inter è una delle squadre più attrezzate sulle palle ferme, sia per la qualità dei battitori, che per la fisicità dei saltatori.
IL MIGLIORE - Sarebbe del resto un errore -dicevo- ridimensionare l’assist-man Calhanoglu sulla base di queste osservazioni. Come un goleador è un goleador anche quando rimane a bocca asciutta, così l’uomo assist. Anzi, di più. La segnalazione di un assist, infatti, non dipende dalla riuscita dell’assist in quanto tale, ma dalla realizzazione del gol. Di conseguenza per valutare bene il contributo di un giocatore in zona di rifinitura è forse più probante la statistica delle occasioni create, che è quella dove Calhanoglu brilla in vetta e non solo fra i colleghi fantasisti del campionato italiano. Questa è una delle tante riflessioni che dovrebbe o potrebbe fare chi continua a sottovalutarlo. Un esempio, tratto ancora da Milan-Lazio, ci torna utile.
Ecco Calhanoglu nel contesto rossonero, il 4-2-3-1 di Pioli. Chiede una sponda corta al norvegese Hauge passando con la corsa dal lato cieco (la schiena) dell’avversario uscito a chiudere su di lui.
Riceve in zona di rifinitura e senza tante complicazioni infila la difesa della Lazio con un semplice filtrante per Rebic. Calhanoglu è un giocatore così, molto pulito, essenziale. Sa fare le cose che servono, e al momento giusto. Il problema è che di questo assist perfetto nessuno si ricorda, dato che Rebic ha mancato di un soffio la porta solo davanti al portiere. Ma a noi qui interessa l’assist potenziale di Calhanoglu. Perché a breve lo riceverà Lukaku o Lautaro.
DOVE GIOCHERÀ CON INZAGHI? - A quanto pare Calhanoglu giocherà mezzala in copertura e trequartista libero di inventare alle spalle della LuLa in fase offensiva. Il 3-5-2 di Inzaghi non sarà rigido come quello di Conte, specialmente col pallone potremmo vedere un’Inter assai più liquida. D’altra parte già nel sistema che ha vinto lo scudetto la mezzala di sinistra era quella più propensa a galleggiare orizzontalmente tra le linee, vedi Eriksen nell’immagine seguente, pescato da Vidal tra le due punte oltre che in zona di rifinitura. Movimenti del genere sono già insisti nel gioco di Calhanoglu.
Vedremo a questo punto con quale centravanti si troverà meglio Hakan, se con Ibra (più tecnico ma più ‘statico’) o con Lukaku (meno tecnico ma devastante a campo aperto).
MEMORIE DA MEZZALA - Giova ricordare che in quel ruolo Calhanoglu ha già giocato diverse volte. Non tanto nello stesso sistema di gioco dell’Inter o della Lazio di Inzaghi, il 3-5-2, ma ad esempio nel 4-3-3 del Milan di Gattuso, quando Kessié faceva ancora la mezzala destra e Bakayoko il vertice basso. Mi viene in mente uno Juve-Milan dell’aprile del 2019.
75 palloni giocati, 56 passaggi riusciti, 3 occasioni da gol: praticamente il migliore in campo. Qui sotto lo vediamo coinvolto in una rotazione del centrocampo a tre in costruzione che potremmo ritrovare anche nell’Inter di Inzaghi. Sì, un po’ come faceva Luis Alberto nella Lazio, che a volte si abbassava per aiutare la costruzione dal basso.
Una mezzala di regia, un po’ costruttore un po’ rifinitore-invasore. Quel tipo di mezzala che piace tanto anche a Mancini.