"Ci serve un centrocampista". Piero Ausilio non nega l'evidenza e ammette la necessità di rinforzare il reparto nevralgico del campo. Il direttore sportivo nerazzurro ha dichiarato: "Attacco e difesa sono già stati sistemati a gennaio. Manca un centrocampista che completi il reparto, non per forza un big ma magari anche un giovane di prospettiva".

Ci permettiamo umilmente ci correggere solo quest'ultima frase: per forza un big e magari anche un giovane di prospettiva (in Primavera c'è Crisetig che promette bene). Almeno questo è quello che servirebbe all'Inter per tornare subito competitiva ai massimi livelli, un Centrocampista con la C maiuscola. Leonardo in mezzo gioca a tre, con un regista davanti alla difesa affiancato da due cursori oppure con due mediani e un trequartista più avanzato.

Nomi? Se ne leggono tanti, ma non è così facile individuare quello giusto. Sahin è già andato da Mourinho al Real Madrid e anche Fabregas è un sogno proibito destinato a rimanere tale. Tra l'altro i giudizi nel mondo del calcio sono sempre più frenetici e senza equilibrio: si passa troppo in fretta dalle stelle alle stalle e viceversa, tanto che è bastata una palla persa nella finale di Europa League per raffreddare l'entusiasmo su Fernando del Porto, mentre il suo connazionale Casemiro sembra ancora troppo acerbo per il calcio italiano e anche l'ultima voce sull'argentino Banega non convince appieno.

Come spiegato dallo stesso Ausilio, lo stile di mercato dell'Inter preferisce il basso profilo: "Il silenzio ti permette di lavorare con più calma e spesso di risparmiare qualcosa, non parliamo molto delle trattative perché ci sono dei vantaggi nel cercare di tenere nascosta una cosa fino alla fine. Può capitare di prendere giocatori di cui si è sentito parlare da mesi e giocatori di cui non si è mai parlato".