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    Inter-Bayern: il contropiede l'arma di Inzaghi. Barella flop nel derby, meglio fermarlo

    Inter-Bayern: il contropiede l'arma di Inzaghi. Barella flop nel derby, meglio fermarlo

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Nessuna persona sana di mente può dire se e come l’Inter riuscirà a battere il Bayern Monaco a San Siro. Non è per niente irragionevole, invece, sostenere che l’Inter farà una buona partita e, magari, otterrà anche un buon risultato seguendo qualche principio basilare del calcio europeo.

    Una difesa a quattro, tanto per fare un esempio caro ad Arrigo Sacchi, aiuterebbe molto ad avere una squadra che sugli esterni possa attaccare con un uomo in più e accettasse di difendere al centro uno contro uno. Ma questa è una strada che Simone Inzaghi conosce poco o non conosce affatto e, quindi, non la percorrerà. Al contrario, ha intenzione di abbassare ancora la linea difensiva (già l’aveva fatto con il Milan) per non concedere campo agli attaccanti tedeschi. Personalmente ho un’altra convinzione. Se l’allenatore interista, nel derby, ha abbassato il baricentro di sei metri rispetto alla partita con la Lazio, vuol dire che vuole determinarsi lo spazio davanti a sé per colpire in contropiede. Un po’ più spiccatamente rispetto a quanto faceva l’Inter di Conte, ma il concetto è quello.

    Tuttavia mi chiedo se sia l’atteggiamento giusto. Primo, perché si regala campo all’avversario. Secondo, perché facendolo agire nella propria metacampo o, peggio, nei paraggi dell’area si aumentano notevolmente le possibilità che vada a tirare e, forse, a segnare. Seppure questa concezione del calcio sia lontana dal mio gusto, riconosco che possa dare qualche frutto se si applica almeno un pressing continuo anche se basso e, soprattutto, se si ha una difesa quasi imperforabile. Ma proprio il secondo fattore mi sembra slegato dalla realtà. Il reparto difensivo interista non solo è tra i più battuti della Serie A, ma è anche quello che provoca i gol avversari con errori, faciloneria, assenza di concentrazione. Giusto quindi che Inzaghi pensi di utilizzare Dimarco al posto di Bastoni, ma nelle situazioni che hanno portato alla sconfitta con il Milan, molto hanno sbagliato sia Skriniar che De Vrij. Oggi i due sono carenti proprio nell’uno contro uno e non credo che puntare ciecamente su di loro sia una grande idea. Ovviamente non intendo dire che siano meglio D’Ambrosio o il non ancora pronto Acerbi, però pensare che, in queste poco brillanti condizioni, reggano l’urto dell’attacco tedesco, per di più incoraggiato a venire avanti, mi sembra assolutamente rischioso.

    Sono più d’accordo, invece, con gli altri avvicendamenti. Ovvero - se così sarà - Dzeko per Correa, Mkhitaryan per Barella o Calhanoglu, Gosens per Darmian. Il tedesco non può essere imbrocchito di colpo, forse ha perso un po’ di energia, ma la partita con il Bayern può essere quella che gliela fa ritrovare. Quanto a Barella, va detto che ha fallito il derby e un po’ di riposo (unito, magari, alla riflessione), non può che fargli bene. Dzeko sarà punto di riferimento per mettere stazza davanti, ma anche per avviare il contropiede di Lautaro o dello stesso Mkhitaryan.

    Il Bayern, nel contempo, non deve essere sopravvalutato. E’ una ottima squadra tedesca senza più Lewandowski, in Bundesliga non è primo perché viene da due pareggi consecutivi, Nagelsmann non è un fenomeno come molti vogliono far credere. Insomma, la partita è tutta da giocare, nulla è perso e molto potrebbe essere preso. Certo, ci vorrebbe un’Inter di altro umore, ma già avere la possibilità di cacciare il cattivo sapore del derby, può essere considerata una fortuna. Ritrovare l’attenzione può essere una base di partenza. Il derby ha dimostrato che le gambe ci sono, altrimenti, nel finale, l’Inter non avrebbe rischiato di pareggiarlo.

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