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Inter, Ausilio: 'Trattammo Leao. Calhanoglu convinto con una telefonata. Lautaro? Cerchiamo l'equilibrio e ancora manca'
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Come va l’infortunio?
“Mi sono infortunato per una buona causa, al primo passo per entrare in campo dopo il derby ci sono rimasto secco con il polpaccio. Speravo fosse una cosa semplice e invece ho capito che sarà lunga. Il mister mi ha subito detto: "Meglio a te che a un calciatore"”.
Si può dire sia stato l'infortunio più serio della stagione...
“Tutto è stato importante, anche il coordinamento con area medica e staff. C’è un gruppo di lavoro importante, si vince anche perché l’allenatore ha più risorse su cui poter scegliere”.
Cosa ha pensato nel momento in cui il derby è finito e l'Inter ha vinto la seconda stella?
“Da uno a 100 è 95% sofferenza e 5% godimento. Dal giorno dopo ci si è già dimenticati di tutto e si parla solo di mercato, di chi prendi di chi vendi e di chi resta”.
Cosa pensa quando apre il giornale e legge tanti nomi accostati all'Inter?
“Prima mi arrabbiavo perché trovavo la cosa non seria, penso non sia corretto per i calciatori che sono qui, ma vale per tutte le squadre perché essere messi in discussione tutti i giorni non fa piacere. E un discorso di tutela verso i calciatori. Adesso sorrido perché apro i giornali sapendo già che troverò qualcosa. Già alle 6.30 del mattino ho un’idea di quella che sarà la giornata”.
A fine campionato mi hai parlato di mercato chiuso. Sei convinto?
“È stata una risposta di petto, ma anche con una logica se pensiamo alla rosa. L’anno scorso sapevamo sarebbe stato lungo e impegnativo perché ci sono stati 12 calciatori da cambiare, quando guardo a oggi, invece, mi rendo conto che c’è poco da fare. Ad oggi l’Inter ha una rosa competitiva e forte”.
L’Inter avrà una rosa più ampia?
“Bisogna analizzare la cosa in modo più profondo. Uno dei successi e dei segreti è stato quello di avere una rosa giusta in modo di dare a tutti l’opportunità di essere coinvolti, di allenarsi con l’idea di essere presi in considerazione. E anche l’allenatore può lavorare serenamente e nel modo giusto perché durante la settimana avere 4-5 calciatori in più può andare bene con qualche ragazzino e non è positivo per calciatori affermati e con esperienza. Preferisco avere il numero giusto e poi attingere a qualche giovane”.
Quanti attaccanti ci saranno?
“Non lo so, analizzeremo più avanti con l’allenatore. Abbiamo lavorato bene con 4 e non vedo perché cambiare. Poi abbiamo delle risorse in rose che possono giocare da attaccante, come per esempio Mkhitaryan, che oltre ad avere un’intelligenza sopra media, all’occorrenza può anche fare l’attaccante. Abbiamo un allenatore brillante e giovane che gioca con questo modulo adesso ma magari in futuro può adottare qualcosa di diverso come faceva alla primavera della Lazio”.
Qualcuno scrive che avete chiesto a Gudmundsson di prendere tempo. È vero? “L’unica cosa che confermo è che è un calciatore di qualità, ci piace e piace ad altre squadre. Noi in questo momento in attacco siamo a posto così. Arnautovic è ancora sotto contratto e anche Sanchez, visto che non è detto che non si possa continuare anche con lui nonostante il contratto sia in scadenza. Poi abbiamo Carboni, Sebastiano e Pio Esposito, abbiamo Satriano, dobbiamo valutare anche tutte queste cose qua”.
Quale sarà il destino di Carboni?
“Per la sua qualità può tranquillamente stare già all’Inter. Quello che va valutato è se è più giusto portarlo qui e dargli meno spazio di quello che meriterebbe o se invece mandarlo a giocare. Lo valuteremo insieme al ragazzo stesso. Ha un contratto lungo con l’Inter e siamo contenti di questo”.
Più facile vendere o rinnovare?
“È diventato più difficile vendere bene perché ci sono pochi trasferimenti importanti. Ed è più difficile vendere nel mercato medio. Si spende per il top player e per i giovani di talento. Nel mezzo si fa fatica e i prezzi che girano sono assurdi”.
Il prossimo sarà un mercato a costo zero?
“Sarà come quello degli anni scorsi, ma non siamo particolarmente spaventati. Sarà un mercato diverso rispetto all’anno scorso perché dobbiamo solo ritoccare certe cose. Non ci sono necessità di cessione, si vive di opportunità sia nel prendere che nel vendere. L’anno scorso sono arrivate situazioni molto favorevoli per Onana e Brozovic”.
Ci racconti della famosa telefonata a Lukaku?
“È stata veramente una cosa veloce, c’erano stati contatti e segnali diversi con il ragazzo. Quando ho capito cosa stava accadendo abbiamo deciso di chiudere lì in modo più civile rispetto a quanto detto e scritto. L’unica cosa che ha modificato le strategie è stata la scelta su Dzeko, si portavano via spazio e minutaggio l’uno con l’altro e non andava bene. Avremmo allungato di un anno con Dzeko e Thuram sarebbe ugualmente arrivato”.
Un calciatore che ti ha sorpreso?
“Non per la qualità perché ne eravamo convinti. Parlo di Thuram, lo abbiamo seguito moltissimo con un enorme lavoro di scouting. Pensavamo che la sua posizione ideale fosse quella di punta e non quella di esterno. Non volevamo dargli pressioni e volevamo farlo crescere tranquillamente nel ruolo, si sperava potesse dimostrare in fretta e abbiamo pensato di completare il reparto con calciatori di esperienza come Sanchez e Arnautovic per sopperire a qualche ritardo di inserimento di Thuram. Ma questo non è accaduto”.
Arnautovic avrà altre opportunità?
“Credo sia stato condizionato da qualche problema fisico. Al di là di tante cose che leggo e che sento, noi siamo contenti di Arnautovic. Ha fatto quello che doveva fare e ha dato un contributo importante non solo sul campo. La verità è che hanno trovato davanti due calciatori formidabile. Proprio Arnautovic mi ha detto questo, ha detto «avete due campioni incredibili e io mi metto a disposizione». Siamo soddisfatti anche per il lavoro che ha fatto in quello spogliatoio, un lavoro che nessuno vede, ma che noi dirigenti vediamo”.
A che punto è il rinnovo di Lautaro?
“La situazione è una situazione normale che accade in tutte le società quando si deve rinnovare un calciatore importante. Serve tempo perché questi contratti spostano qualcosa, ma c’è sia la volontà del club che quella del calciatore. Dobbiamo trovare l’equilibrio economico, lo stiamo ancora cercando, ma non c’è alcuna fretta perché il contratto scade nel 2026”.
E quello di Barella?
“Ci sono più o meno le stesse dinamiche, con continuità di rapporti. Conosco Beltrami (l'agente di Barella ndr) da 30 anni, è una cosa che nei tempi possa arrivare prima rispetto a quella di Lautaro”.
Il prolungamento di Inzaghi?
“È una formalità, non ne abbiamo neanche parlato. Ci troveremo a un tavolo e risolveremo in 5 minuti”.
Il mercato più importante è quello di novembre?
“Negli ultimi anni abbiamo colto opportunità importanti con questo tipo di mercato. In finale di Champions avevamo 7 calciatori che non erano costati niente”.
Come hai convinto Mkhitaryan e Calhanoglu?
“Con Mkhitaryan abbiamo dovuto lavorare di più perché stava bene a Roma e pensava anche di rinnovare. Forse loro hanno perso il momento giusto e nella sua testa certe cose sarebbero dovute arrivare prima. È un ragazzo talmente serio che non era per niente felice di lasciare. Per quanto riguarda Calhanoglu, c’è purtroppo stato il dramma di Eriksen, in quella situazione di angoscia ci siamo resi conto che avevamo perso anche un calciatore. Siamo stati bravi nel capire insieme a Inzaghi quale opportunità cogliere dal mercato. Hakan aveva qualcosa in Spagna e lo abbiamo convinto con una telefonata. Ha parlato con noi e con il mister, gli abbiamo spiegato il progetto e in poco tempo lo abbiamo convinto”.
Immaginavi che Dimarco fosse così forte?
“No, se dico di sì dico una bugia... Il grande merito è stato quello di non aver mai mollato il calciatore neanche dopo 5 anni di prestito e diversi infortuni. Ci sono stati allenatori che avevano detto che non avrebbe mai potuto giocare nell’Inter, i nomi non li faccio, ma sono cose che accadono spesso. Adesso due sono titolari nell’Inter. Chi è stato veramente illuminato su di lui e ha visto cose che noi non avevamo visto, è stato Simone Inzaghi. Dopo tre allenamenti ha detto "questo da qui non si muove"”.
Leao è stato vicino all’Inter?
“Vero, è stato vicino all'Inter. Molto molto vicino. Avevamo l'accordo con il Lille, un accordo trovato piuttosto in fretta in un incontro a Londra con il proprietario del club. Poi non abbiamo portato avanti l'accordo, con il ragazzo non siamo neanche arrivati a parlare in maniera troppo approfondita, ma non vi dico perché”.
Il Bisseck del futuro?
“Abbiamo già delle idee, poi per Bisseck c’era spazio perché c’era una casella da riempire”.
Arriverà un difensore?
“Oggi non sono previste uscite, nessuno mi ha chiesto di andare via e la difesa è a posto così. Sento che ci sono dei vecchi, ma se i vecchi sono come Acerbi, Darmian e Mkhitaryan, me li tengo per tutta la vita”.
Buongiorno?
“Mi piace e anche tanto, ma tanti me ne piacevano e non li posso prendere tutti. Nel reparto sono a posto così”.
Ti risvegli al 1 settembre: sei più contento di aver fatto una plusvalenza o di non aver venduto nessuno?
“Sono più contento se ho la possibilità di continuare a lavorare con questo gruppo, con il target di essere sempre competitivi”.