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Intelligente e controverso: a Raiola non sarebbe piaciuta la sua beatificazione
Uomo non solo scaltro, ma certamente anche arguto e intelligente, controverso e spregiudicato. Non si arriva dov’è arrivato Mino Raiola se non si è tutte queste cose insieme. Ha usato spesso come sponda in un affare i dirigenti di un club, che all’affare successivo mollava per quelli di un altro club ancora. Tutti hanno cercato di averlo come amico, ma solo i più ricchi ci sono riusciti, perché Raiola ha sempre avuto grande senso per gli affari, soprattutto i suoi e quelli dei suoi assisititi.
Ci sono stati giocatori che hanno lasciato dall’oggi al domani il proprio agente, che sennò il contratto sarebbe stato rinnovato a cifre differenti. Ci sono state denunce, querele, indagini anche di varie procure, squalifiche. Per come ricordiamo Raiola, lui per primo non avrebbe voluto che nessuno le ricordasse oggi.
Pare che da mesi, da quando è diventata pubblica la notizia della sua grave malattia, i tanti piccoli “vorrei essere Raiola” ma non loro soltanto, volteggino come avvoltoi sulle procure dei suoi giocatori. C’è in ballo un impero sterminato di campioni che fa gola a tutti: De Ligt e Donnarumma, Pogba e Haaland e decine di altri nazionali di mezza Europa. In un mondo ideale, per qualche tempo gli avvoltoi dovrebbero ripiegare le ali e starsene tranquilli, ma non sarà così. L’unico che nessuno avvicinerà mai è Zlatan Ibrahimovic, molto più che un semplice assistito, una sorta di fratello sportivo per Raiola. Hai visto mai che possa essere proprio Ibra l’uomo forte che resta accanto al cugino Enzo per continuare il lavoro in nome di Mino?
@GianniVisnadi