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Insigne gigante, finalmente Napoli ha il suo leader. Questo Toro è da retrocessione
Scambi di abbracci fra tanti – ex o chissaccosa - prima del via. Napoli con l’ex granata Maksimovic scoperto come forte e bravo dopo un anno in cui sembrava che il Toro avesse rifilato la patacca al Ciuccio. Torino con Zaza accanto a Belotti, fuori Verdi il giocatore più costoso e della storia granata. Tre minuti di Torino che è reduce da cinque sconfitte consecutive in campionato, tre scarsi anzi, e poi è tutto Napoli. Sirigu para su Milik, pressione azzurra, gol al 18’ su palla inattiva: è il record negativo del Toro, diciotto volte perforato così, come nessun’altra squadra in questa stagione. Punizione di Insigne, testa di Manolas arrivato da dietro, 1 a 0 geometrico, chirurgico. Tutti i granata giocano male, anche Belotti che non segna da sette giornate, anche Ansaldi che pure conosce il calcio. Nel Napoli Insigne il bassotto sembra un gigante, comanda il gioco, avanza, corre, dribbla, tira. E Di Lorenzo dietro si diverte a stoppare l’esimio Zaza. Per non segnare ancora il Napoli deve sbagliare qualcosa e molto, specie con Insigne che spedisce su Sirigu il pallone sciaguratamente recapitatogli da Ansaldi. La ripresa identica, tanto Sirigu per via del tanto Napoli che lo assedia, il gol della sicurezza partenopea soltanto dopo che è entrato Mertens che crossa per Di Lorenzo sopravveniente in corsa. Il Torino evita la mortificazione totale impegnandosi a fondo, da squadra provinciale scarsa ma volenterosa, per segnare il gol della bandiera lacera, ci riesce al primo dei quattro minuti di recupero: cross di Ansaldi, colpo di testa comodo di Edera entrato per Rincon (pure Verdi ha trovato spazio, rimpiazzando Zaza e così giocando per un pochino davanti al suo ex pubblico del San Paolo).
Finale con i giocatori che reiterano i loro abbracci, tutti affettuosi anche con l’arbitro Mariani. Moreno Longo, allenatore granata del periglioso dopo Mazzarri, esegue smorfie di perplessità che lo fanno assomigliare sempre di più all’argentino Di Maria del Psg. Manolas ai microfoni segnala nel Toro la vittima preferita di lui difensore, sono già tre centri ”contro”. Amenità, insomma, utili casomai per non parlare troppo del fatto che con questa sesta sconfitta consecutiva il Torino eguaglia il peggior se stesso, quello delle stagioni 1999-2000 e 2006-2007. Quanto al Napoli, da dire che meriterebbe una cronaca più dedicata al suo gioco anche senza tutti i titolari che non alla constatazione del non gioco dei rivali. Gattuso ha ampi spazi per esercitare persino più ottimismo che speranza, Milik è più che un Mertens atletico, Insigne fa il leader (nessuno del Toro di questi tempi è insignibile di questo ruolo) e se occorre anche il Callejon folletto, Politano sta inserendosi e Manolas, oltre a segnare al Toro, sa impedire i gol del Toro, e non è colpa sua se non si tratta poi di un lavoro tanto difficile.
IL TABELLINO
Napoli-Torino 2-1 (primo tempo 1-0)
Marcatori: 19' pt Manolas, 37' st Di Lorenzo, 46' st Edera
Assist: 19' pt Insigne, 37' st Mertens, 46' st Ansaldi
NAPOLI (4-3-3): Ospina, Di Lorenzo, Manolas, Maksimovic, Hysaj, Fabian, Lobotka (35' st Allan), Zielinski, Politano (39' st Elmas), Milik (29' st Mertens), Insigne. A disposizione: Karnezis, Meret, Ghoulam, Luperto, Mario Rui, Demme, Callejon, Lozano. All. Gattuso
TORINO (3-5-2): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Bremer; De Silvestri, Rincon (38' st Edera), Baselli (21' st Meite), Lukic, Ansaldi; Zaza (38' st Verdi), Belotti. A disposizione: Rosati, Ujkani, Aina, Lyanco, Djidji, Singo, Adopo, Berenguer. All. Longo
Arbitro: Mariani di Aprilia
Ammoniti: Rincon, Zaza, Ansaldi, Allan.