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    Infortuni ed eccessi, così non va: al Milan serve il vero Rebic per la Champions

    Infortuni ed eccessi, così non va: al Milan serve il vero Rebic per la Champions

    • Federico Albrizio
    La sosta per recuperare energie e infortunati, con un occhio particolare: il Milan vuole ritrovare il vero Ante Rebic al rientro dalla pausa per le nazionali. Poche luci e tante ombre per l'attaccante croato nella prima parte della stagione, condizionato da diversi infortuni e da eccessi che hanno pregiudicato impiego e rendimento e inguaiato i rossoneri, privati di uno dei punti di forza della cavalcata post lockdown. Un dato su tutti balza all'occhio, l'incremento delle assenze. Se in tutta la scorsa stagione Rebic non era stato a disposizione per 2 partite su 40 tra campionato e Coppa Italia (una per infortunio e una per squalifica all'ultima giornata) restando in panchina per altre 8, quest'anno la percentuale di gare saltate è decollata: il croato non è stato a disposizione per 18 partite su 43 tra Serie A, Europa League e Coppa Italia, restando in panchina per un'altra gara (Sparta Praga). Quasi la metà delle partite saltate dall'ex Eintracht Francoforte.

    QUANTI INFORTUNI - Sicuramente, la principale causa di queste assenze è data dalla lunga e variegata lista di infortuni che hanno colpito Rebic negli scorsi mesi. Inizialmente il problema al gomito rimediato contro il Crotone che lo ha costretto a saltare tre gare di campionato, poi il fastidio al piede che lo ha tolto dall'elenco degli arruolabili contro il Sassuolo, lo stop imposto dalla positività al Covid-19 (out con Juventus, Torino e Cagliari in Serie A, contro il Torino in Coppa Italia) e la noia al tendine rotuleo che gli ha negato la trasferta di La Spezia. Ultimo in ordine di tempo il problema all'anca che gli ha impedito di prendere parte al match del Bentegodi con l'Hellas Verona e al doppio confronto di Europa League con il Manchester United. E che lo avrebbe tenuto fuori anche dalla sfida con la Fiorentina, alla quale comunque non ha potuto partecipare per squalifica.

    SQUALIFICHE - Proprio le squalifiche che integrano le motivazioni alle assenze del croato. Sei le partite finora saltate dal croato in stagione, ma c'è una doverosa precisazione da fare: cinque sono pregresse, ereditate dall'ultima esperienza europea con l'Eintracht (insulti all'arbitro) e scontate tutte nelle qualificazioni e nelle prime due giornate della fase a gironi dell'Europa League. L'aggravante è data dalla recidività, se si considera che i due turni di stop inflitti dal Giudice Sportivo dopo la gara con il Napoli sono arrivati proprio per insulti all'arbitro Pasqua: uno è già stato scontato con la Fiorentina, mentre lunedì 29 marzo andrà in scena l'udienza per il ricorso presentato dal Milan, che punta a ottenere lo sconto di una giornata e dunque recuperare l'attaccante per la ripresa contro il Napoli. In caso contrario, poterebbe a 7 il conto delle partite saltate per squalifica e a 19 su 44 il conto delle assenze totali).

    ECCESSI - E gli eccessi non si limitano alle due giornate di squalifica rimediate con il Napoli, diversi nel corso dell'anno gli episodi borderline o oltre i limiti che sarebbero potuti costare caro a Rebic. Su tutti, il colpo al viso a Becao durante Milan-Udinese: ferita al volto per il difensore friulano e giallo per l'attaccante croato tra le polemiche della squadra di Gotti. Episodio che ha ricordato altre situazioni critiche che hanno visto coinvolto l'ex Eintracht nel 2019/20, dal rosso rimediato nella semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Juventus (al 17', per una pericolosissima entrata sul viso di Danilo) e da quello mancato sempre in coppa per la gomitata a Izzo nei quarti contro il Torino. Eccessi di cui non ha certamente bisogno il Milan, che si aspetta invece di rivedere il trascinatore da 11 gol della seconda metà della scorsa stagione: Pioli ora rivuole il vero Rebic, arma in più dei rossoneri nella corsa Champions.

    @Albri_Fede90  

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