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Indispensabile ma deludente: la stagione di Soriano non prende il volo
CAPITANO MA SENZA GOL - “Portare la fascia del Bologna è un orgoglio per me, contento che Mihaljovic mi abbia scelto”, queste le parole pronunciate in piena estate da Soriano; parole che testimoniavano la centralità raggiunta nel progetto rossoblù e le responsabilità che lo stesso allenatore aveva messo sulle spalle di Soriano. La fascia da capitano e le prestazioni dell’ultima stagione aumentavano le aspettative dei tifosi e di tutta la società. Nell’ultimo campionato, l’ex Villarreal era infatti stato il capocannoniere del Bologna con 9 reti e 7 assist, numeri di altissimo livello per un trequartista che alla qualità aggiunge anche quantità. Mancano solamente 9 giornate e il conto dei gol è fermo a zero mentre quello degli assist a 3, poco più delle espulsioni stagionali (2). La prima di queste due espulsioni arrivata al 50esimo minuto della prima partita di Serie A, chiaro segnale che sarebbe stata una stagione da dimenticare. “Vorrei ma non posso”, anche così potremmo definire l’annata di Soriano, il cui sacrificio non è mai mancato, neanche domenica scorsa, quando con la squadra in 10 ha rincorso il centrocampo della Fiorentina senza sosta, da vero capitano. Impegno e dedizione alla causa che non sono stati accompagnati dalle prestazioni di qualità a cui aveva abituato tutto il pubblico bolognese.
INSOSTITUIBILE A PRESCINDERE - Può non segnare, non giocare bene o cadere in errori banali come le espulsioni ma a prescindere da tutto ciò, rimane per Mihajlovic uno degli “insostituibili”. Titolare in 25 partite su 26, Soriano rimane una colonna portante del Bologna anche nella sua annata peggiore. Questo perché se non c’è la solita qualità, la quantità non manca mai, così come il carisma e la personalità, caratteristiche non così diffuse nella rosa del Bologna. In più, a giocare a favore di Soriano c’è anche la sua duttilità. Non a caso, Mihaljovic quest’anno ha cambiato almeno tre sistemi di gioco e il capitano rossoblù è stato spostato in diverse posizioni. Trequartista nel 4-2-3-1 iniziale dell’allenatore serbo, spostato più largo alle spalle di Arnautovic nel 3-4-2-1 a cui il Bologna si è affidato nel corso dell’anno ma anche arretrato nei due di centrocampo nelle partite in cui Mihaljovic ha adottato uno schieramento più offensivo. Un vero e proprio jolly che ha avuto la bravura di ritagliarsi uno spazio importante anche nel campionato più avaro di soddisfazioni in termini di gol, sintomo di un giocatore che superati ormai i 30 anni, ha raggiunto una dimensione che va oltre la qualità delle prestazioni, non certo eccelse nella stagione in corso.