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    Incognita Europeo, l'Uefa può tagliare le città a rischio: in bilico l'esordio a Roma. Ma c'è un piano B

    Incognita Europeo, l'Uefa può tagliare le città a rischio: in bilico l'esordio a Roma. Ma c'è un piano B

    Le parole di Karl Heinz Rummenigge risuonano potenti sulle teste del calcio europeo. Nei giorni scorsi, infatti, l'attuale ad del Bayern ha rivelato: "Ceferin (presidente Uefa, ndr) sta pensando se non avrebbe più senso giocare l'Europeo in un solo paese". Il motivo, neanche a dirlo, è il virus e il suo pericolo che non cessa di preoccupare le istituzioni.

    LE DUE IPOTESI - Per l'edizione del 2020, poi costretta a slittare al 2021, la Uefa aveva pensato a un torneo itinerante in 12 sedi, Italia compresa. Oltre a Roma, spazio a Copenaghen, Bucarest, Amsterdam, Dublino, Bilbao, Budapest, Glasgow, Baku, Monaco di Baviera, Londra e San Pietroburgo. I tanti viaggi e la situazione assai critica in alcuni paesi, come il Regno Unito, stanno però facendo riflettere l'Uefa. L'ipotesi, secondo Repubblica, è di tagliare le città più a rischio: in bilico, in questo caso, anche la gara inaugurale a Roma, qualora all'Olimpico non fosse consentito l'ingresso del pubblico e fosse invece garantito altrove. Il piano B, invece, è giocare tutte le gare in unico paese, seguendo il modello della final eight di Champions League applicato lo scorso agosto a Lisbona. La decisione, al momento, è prevista per il mese di marzo. 

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