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In Serie A il gol parla straniero, dopo Toni la crisi dei bomber italiani. Raspadori è l'ultima speranza
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Il gol straniero è una scelta (i nostri club pescano dal mercato attaccanti prevalentemente stranieri) dettata da una realtà storica. L'ultimo centravanti puro di spessore europeo del ventennio del Duemila è stato Luca Toni, campione del mondo nel 2006 e in grado di lasciare traccia dei suoi gol anche in Bundesliga (38 in due anni al Bayern, con un titolo di capocannoniere in bacheca). Di una generazione leggermente precedente fanno parte Pippo Inzaghi e Christian Vieri. Il primo non ha mai avuto esperienze all'estero, ma la Champions League è stata per anni il suo giardinetto di casa. Il secondo nell'anno d'oro - 1997-98, dopo la Juventus e prima della Lazio - ha recitato un ruolo da protagonista in Spagna, 24 gol in 24 partite con l'Atletico Madrid. A livello internazionale lo status di Inzaghi e Vieri era quello di due top-bomber. Da allora non ce ne sono più stati. Il decennio 2010-2020 è stato in questo senso poverissimo. Il confronto con il presente è desolante. Il centravanti titolare dell’Italia Campione d'Europa - Ciro Immobile - segna con medie molto alte solo in Italia. Nelle sue due tappe all'estero - Borussia Dortmund e Siviglia - ha combinato davvero poco, finendo presto relegato ai margini. Il suo vice - Andrea Belotti - non ha praticamente esperienza internazionale, se non quando gioca con l’Italia. E se Moise Kean ha irrobustito il suo percorso professionale con l'esperienza al Psg, molte speranze sono giustamente risposte sul giovane Giacomo Raspadori, ma non sarebbe leale chiedergli tutto e subito: gioca nel Sassuolo, non ha mai calcato i prati europei, sta cominciando - con la Nazionale - a mettere il naso fuori di casa solo ora. Curiosità finale: Immobile (4 gol), Belotti e Raspadori con uno ciascuno, più la riserva Petagna, più Destro, più i giovani Piccoli e Bonazzoli sono i centravanti puri italiani che in queste tre giornate sono entrati nel tabellino marcatori. Insieme - e sono 7 - hanno segnato 10 gol (sui 32 italiani, praticamente un terzo). Pochi, pochissimi. Una orgogliosa forma di resistenza italiana all'invasione (di gol) straniera.