In Copertina - Gasperini fa sognare l'Atalanta, la Dea si gode i frutti di aver creduto in lui
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Sarà un caso se, da anni, la squadra che gioca meglio è anche la squadra guidata da più tempo dallo stesso allenatore? Probabilmente no, e questo la dice lunga su quanto - indipendentemente dal valore del tecnico che in questo caso è assolutamente fuori discussione - la continuità nei progetti sia un valore aggiunto spesso sopravvalutato dai club.
Si è parlato tante volte di quell’Atalanta-Napoli che segnò la svolta nella storia del club bergamasco e di Gasperini, passato in un attimo da allenatore a rischio esonero a guru del calcio italiano. Un bivio, sicuramente, ma anche un premio per una società meno frettolosa di altre la cui pazienza è stata premiata. Pazienza spesso mancata a tanti altri club (ma non a tutti, basti pensare al Cagliari con l’allora emergente Allegri o all’Empoli con Sarri, che non avevano certo iniziato nel migliore dei modi le rispettive avventure). Pazienza che invece troppo spesso è però mancata: la Roma su Luis Enrique è solo uno degli esempi.
E adesso l’Atalanta si gode i frutti di quella pazienza e, dopo aver conquistato il primo storico accesso alla Champions League, vinto l’Europa League e sognato la Supercoppa Europea, adesso alza l’asticella delle ambizioni fino a quello Scudetto che, come forse troppe poche volte ricordiamo, già nel 2020 sembrava un obiettivo tutt’altro che utopistico.
Ma comunque andrà a finire, l’Atalanta ha già vinto. Lo ha fatto dando a Gasperini il tempo che meritava, lo ha fatto andandosi a sedere di diritto al tavolo delle big del nostro calcio e, soprattutto, lo ha fatto e continua a farlo giocando il calcio più bello d’Italia e regalando a tutti noi, appassionati di calcio, quasi sempre la partita più divertente del weekend. Un po’ meno per i tifosi del Napoli, stavolta, ma - per dirla con Guardiola - una seduta dal dentista alla fine tocca a tutti.
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Grande Gasp, da un interista.