In campo il 4 maggio: ha vinto Agnelli, ha perso Lotito. Le pressioni sul ministro, il peso della Juve: ecco cos'è successo
Non ci saranno allenamenti fino al 4 maggio, dunque. E questo cancella il vantaggio che Lotito pensava di avere guadagnato nei confronti della Juve trattenendo a Roma tutti i suoi stranieri. Se la ripresa dell’attività fosse avvenuta il 14 o anche il 20 aprile, allora i bianconeri sarebbero stati costretti a lavorare inizialmente senza i nove giocatori fuggiti all’estero, Ronaldo incluso. Questi ultimi, al ritorno in Italia, saranno costretti a 14 giorni di isolamento; con la nuova disposizione del governo, se torneranno subito dopo Pasqua, al momento della ripartenza saranno nelle stesse condizioni di tutti gli altri. Compresi i calciatori della Lazio, rivale scudetto.
Negli ultimi giorni le mosse e le parole di Lotito, e anche quelle del suo portavoce Diaconale, non sono state casuali: una scelta politica forte, per mettere pressione sul governo. “Speriamo che l’esecutivo non faccia il tifo”, aveva detto proprio Diaconale a Calciomercato.com nelle ore in cui si stava scrivendo il nuovo decreto. Niente da fare: il ministro Spadafora, sostenuto dal presidente del Coni Malagò, non ha ceduto al forcing di Lotito. Il fatto che la Juve fosse sulla sponda completamente opposta rispetto alla Lazio lascia nell’ambiente biancoceleste la sensazione che il peso politico di Agnelli abbia avuto un ruolo determinante.
E adesso? La Federcalcio mercoledì incontrerà la propria commissione scientifica e avvierà un piano per la ripresa dell’attività. L’ultima settimana di aprile dovrebbe servire a sottoporre tutti i calciatori alle nuove visite di idoneità, che saranno particolarmente accurate per i giocatori che hanno contratto il coronavirus. Questo periodo servirà anche alle società per attrezzare ambienti idonei ad accogliere le squadre nel periodo della ripresa degli allenamenti e anche nelle settimane successive, quando si giocherà: l’ipotesi di un lungo ritiro isolato dal mondo è concreta.
@steagresti