Getty Images
Impossibile non fischiare quel rigore: l'Inter ringrazia, ma frena ancora e adesso il Milan è in testa per davvero
MEGLIO IL TORINO - L’Inter ha cominciato sotto ritmo, il Toro col ritmo giusto e la differenza si è vista subito. Il solito pressing e la solita aggressività dei granata hanno tolto l’iniziativa alla squadra di Inzaghi che aveva scelto Vecino, alla seconda da titolare in campionato, la quarta in tutta la stagione, come sostituto di Brozovic, consegnandogli anche la stessa posizione di centrale. Vecino non era in grado di dare gioco alla squadra e non solo per il controllo attento ed efficace di Mandragora, così tutto il centrocampo interista è mancato nella fase di costruzione. Poco Barella, poco Darmian, pochissimo Perisic, in assoluto un’Inter molto differente da quella di Liverpool.
UN GOL DA POLLI - Il Toro ha iniziato con un sinistro di Belotti sull’esterno della rete e ha segnato dopo 12' con un’azione da angolo battuto da Mandragora. La difesa dell’Inter si è addormentata, in area piccola prima ha toccato la palla Pobega, poi Bremer l’ha appoggiata in rete. Davvero un gol da polli, non da squadra campione d’Italia. Le uniche due occasioni nerazzurre sono arrivate su due punizioni tagliate e velenose di Calhanoglu, battute sul centrosinistra. Sulla prima, deviazione di testa di Lautaro Martinez, sulla seconda palla appena sfiorata dai riccioli di Ranocchia, in tutt’e due i casi la risposta di Berisha è stata fondamentale.
GIOCO TORO - L’Inter mancava nello sviluppo della manovra, il Toro no. Costruiva con Lukic e Mandragora, attaccava bene a sinistra con Vojvoda e Brekalo, e tagliava i rifornimenti ai due attaccanti nerazzurri. Dietro, come al solito, dominava Bremer a cui non bastava il titolo di miglior difensore centrale del campionato (insieme a Koulibaly), così si è preso anche la soddisfazione di segnare l’uno a zero. Peraltro era il suo 11° gol negli ultimi tre campionati di Serie A, un record vero e proprio visto che nessun altro difensore centrale puro ha realizzato così tanti nello stesso periodo nel massimo campionato.
NO RIGORE: UNA FOLLIA - Poteva arrivare anche il 2-0 se Guida in campo e Massa al Var non avessero preso lucciole per lanterne. Impossibile, sottolineiamo impossibile, non fischiare il rigore per l’intervento di Ranocchia su Belotti. Era clamoroso e se il primo internazionale (Guida) non se n’è accorto, il secondo (Massa) avrebbe dovuto richiamare il collega al monitor anziché convalidarne la decisione. Per la gestione di Rocchi, un altro brutto colpo: Guida e Massa fischiano in Europa... Il primo tempo si è chiuso con un’altra occasione dei granata, un sinistro di Mandragora uscito di niente.
CON GOSENS E DIMARCO - Inzaghi ha fatto le prime mosse (inevitabili) nell’intervallo: fuori l’anonimo Perisic per far entrare Gosens e dentro Dimarco per Bastoni che era stato ammonito per un fallo su Belotti. Secondo stile consolidato, Simone non lascia in campo chi ha un giallo sulla testa. Dopo 5' si è fatto male Djidji (problema muscolare) ed è entrato Izzo. L’Inter aveva un altro colore e un’altra faccia, era diventata davvero minacciosa. Prima occasione con un colpo di testa di Vecino su punizione di Dimarco, seconda assai più consistente con Dimarco davanti a Berisha che gli ha respinto il tiro. E’ stato il primo momento in cui la difesa granata era messa male. Il secondo arriverà sul gol di Sanchez. Terza occasione con un colpo di testa di Dzeko uscito di poco.
DI NUOVO TORO - Ma la squadra di Juric non si è spaventata, non ha rinculato, anzi, e in due minuti, intorno al 20', ha avuto due ottime possibilità per raddoppiare. La prima incredibile di Brekalo che ha saltato anche Handanovic, ha piazzato la palla nello specchio ma Gosens l’ha respinta con un miracolo. Il secondo con un colpo di testa di Izzo (entrato molto bene in partita) su angolo, qui Handanovic ha fatto una mezza prodezza. Era il periodo migliore di Brekalo, che aveva ancora energie da spendere e le spendeva bene.
5 CAMBI DI INZAGHI - Il tecnico nerazzurro ha esaurito i 5 cambi quando Juric aveva messo dentro solo Izzo per l’infortunio di Djidji: all’interista non andava bene niente, al granata tutto, o quasi. Dentro Vidal e Sanchez per Vecino e Lautaro Martinez, con Calhanoglu al centro dove ha incrociato Mandragora. A un quarto d’ora dalla fine spazio a Correa come trequartista, sull’argentino è andato Izzo, mentre Dzeko è passato a Bremer e Sanchez a Rodriguez che è entrato insieme ad Ansaldi. Seppur nervosamente (con tre ammonizioni di fila: Dimarco, Gosens e Barella) l’Inter ha ripreso ad attaccare. Dzeko ha sbagliato mira di testa, così come ha fatto Pobega al primo minuto di recupero.
IL GUIZZO DI SANCHEZ - Quando Sanabria, entrato (contro voglia?) qualche minuto prima al posto di Belotti, ha perso con leggerezza una palla proprio davanti alla sua panchina, Juric si è imbufalito e ha scaraventato una bottiglietta per terra. Aveva già capito come sarebbe finita: palla rovesciata in area, Vidal, Dzeko, assist per Sanchez, tiro sul palo e palla in rete. E’ finita lì, per colpa di quella palla persa e della difesa granata schierata male. Per il Toro una grande occasione persa, ma anche per l’Inter il pareggio non era quanto sperava. Torino-Inter 1-1 (primo tempo 1-0)
Marcatori: 12’ p.t. Bremer (T), 48’ s.t. Sanchez (I)
Assist: 48’ s.t. Dzeko (I)
Torino (3-4-2-1): Berisha; Djidji (6’ s.t. Izzo), Bremer, Buongiorno (31’ s.t. Rodriguez); Singo (31’ s.t. Ansaldi), Lukic (37’ s.t. Ricci), Mandragora, Vojvoda; Pobega, Brekalo; Belotti (37’ s.t. Sanabria). All.: Juric
Inter (3-5-2): Handanovic; Ranocchia, Skriniar, Bastoni (1’ s.t. Dimarco); Darmian, Barella, Vecino (23’ s.t. Vidal), Calhanoglu (31’ s.t. Correa), Perisic (1’ s.t. Gosens); Dzeko, Martinez (23’ s.t. Sanchez). All.: S. Inzaghi
Arbitro: Guida di Torre Annunziata
Ammoniti: 15’ p.t. Juric (T), 31’ p.t. Bastoni (I), 22’ s.t. Vecino (I), 33’ s.t. Izzo (T), 36’ s.t. Dimaro (I), 39’ s.t. Gosens (I), 45’ s.t. Barella (I)
:(actionzone)