Calciomercato.com

  • Getty Images
    Immobile e la dura vita da punta dell'Italia: quando i numeri non contano

    Immobile e la dura vita da punta dell'Italia: quando i numeri non contano

    • Valerio Marcangeli
    Ormai è diventata una prassi. Ogni volta che gioca l’Italia, se i risultati non arrivano la colpa è di Immobile. Gli Azzurri sono reduci da quattro pareggi (Spagna, Inghilterra, Bulgaria e Svizzera), tutti viziati da una scarsa vena realizzativa che ha trovato un solo colpevole: Ciro Immobile. Quando un attaccante non segna con continuità la critica è sacrosanta, ma in questo caso basta una prestazione leggermente sottotono per scatenare l’ira di un Paese intero.

    LOTTA E SI SBATTE - Tutto si può dire a Immobile tranne che non dia il massimo in campo. Ciro non avrà una tecnica sopraffina, ma lotta e si batte per tutta la gara, lo si è visto contro la Bulgaria e la Svizzera. Senza dubbio nelle ultime uscite è stato poco preciso (così come i compagni di reparto, su tutti Berardi e Insigne). Ma ogni suo errore, anche se lieve, fa dimenticare ad esempio dell’assist a Chiesa nel primo match o dei recuperi che hanno favorito azioni pericolose domenica sera. Finché il numero 17 non sgrulla la rete non c’è pace, e a volte neanche basta.

    NUMERI LAMPANTI, EPPURE… – I numeri con l’Italia non sono neanche così malvagi. 54 presenze e 15 gol, ad un passo da due grandi del passato come Toni e Vialli (fermi a 16) nella top 20 dei marcatori della storia azzurra. Qualora non dovessero piacere i traguardi con la nazionale, i tanti critici dovrebbero dare un’occhiata alle statistiche nel Bel Paese. Quelle sì che lasciano pochi dubbi. 159 gol in Serie A in 262 partite, una media realizzativa di 0.61, inferiore solamente a un totem come Nordahl (0.77). Tre volte capocannoniere (una volta col Torino e due con la Lazio), un exploit che dal 2000 in poi è riuscito solo a lui riportando alla mente dei tifosi biancocelesti di un certo Beppe Signori.

    COME IL PIPITA - Non finisce di certo qui. Immobile vanta anche il record di marcature in una stagione di Serie A a pari merito con Higuain, ben 36. Tra gli attaccanti in attività è preceduto solamente da Quagliarella (177 gol a 159). È stato incoronato re dai tifosi della Lazio poiché all’inizio della sesta stagione in biancoceleste è già ad un passo dall’inarrivabile Piola: con 6 gol il classe ’90 sarà il più grande marcatore della storia del club capitolino a quota 160 centri. Infine, se si vuole mettere il naso fuori dai confini nostrani, Immobile come Del Piero e Pippo Inzaghi è andato a segno nelle prime quattro sfide di un girone di Champions League. Numeri impressionanti per quello che attualmente è ancora la Scarpa d’Oro in carica, eppure non bastano. Dura la vita quando sei l’attaccante dell’Italia, ma ti permetti di non essere Lewandowski.  

    Altre Notizie